martedì 12 febbraio 2013

Elezioni, gli animalisti presentano il manifesto

Il punto sulla legislazione: le norme da cambiare e i successi sin qui ottenuti

Elezioni, gli animalisti presentano il manifesto

Le principali associazioni si uniscono e lanciano il progetto «Io voto con il cuore». Otto punti per il prossimo Parlamento

La presentazione di «Io voto con il cuore» La presentazione di «Io voto con il cuore»
Più della metà delle famiglie italiane, secondo l’ultimo rapporto Eurispes, convive con animali domestici. Una fetta molto ampia della popolazione che può rappresentare un potenziale bacino di consensi per le forze politiche impegnate nella campagna elettorale per il voto del 24 e 25 febbraio. Ma il mondo animalista non vuole restare solo soggetto passivo e per questo è nato il progetto «Io voto con il cuore», promosso dalla Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, un vero e proprio programma politico in otto punti che rappresentano la summa delle richieste di gruppi e associazioni impegnati ogni giorno nella tutela degli animali.

IL «MANIFESTO» - Eccoli in sintesi: adeguarsi all’Europa riconoscendo i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente; dire basta alla vivisezione e sviluppare e utilizzare i metodi sostitutivi di ricerca; tutelare gli animali domestici; rafforzare il sistema delle aree naturali protette; fermare l’attività venatoria e gli allevamenti di animali da pelliccia; vietare lo sfruttamento degli animali negli spettacoli; bloccare il consumo del suolo e tutelare il paesaggio; proteggere le città dall’inquinamento e dal sovraccarico dei rifiuti. Questo «manifesto» potrà essere sottoscritto dai cittadini sui siti www.iovotoconilcuore.it e www.nelcuore.org oppure firmando ai banchetti che le associazioni organizzeranno in tutta Italia. Le firme raccolte saranno consegnate, nel mese di luglio, al nuovo presidente del Consiglio e ai presidenti di Camera e Senato. Nei giorni scorsi l’iniziativa è stata presentata ufficialmente a Milano dai rappresentanti delle principali associazioni animaliste italiane, in un incontro che è servito per fare il punto sugli interventi legislativi che riguardano gli animali.
 
NORME DA CAMBIARE - Alcune norme attualmente in vigore suscitano perplessità. Come ad esempio la legge 281 del 1991 che ha graziato i cani italiani da una condanna a morte collettiva ma ha permesso ai comuni di appaltare la gestione dei trovatelli a imprenditori privati, dando origine al fenomeno dei canili lager per i quali gli animali sono diventati vere e proprie “galline dalle uova d’oro”. Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, ha ricordato che a causa di questa legge ogni anno in Italia si spendono circa 500 milioni di euro: uno spreco che potrebbe essere contenuto con una revisione della 281 e l’obbligo dell’assegnazione della gestione dei randagi ad associazioni animaliste accreditate. Si è parlato anche di adozioni internazionali che molti animalisti associano a una nefasta deportazione che fa perdere le tracce degli animali. Carla Rocchi ha citato la petizione Enpa “Ti deporto a fare un giro” ma ha anche invitato a frenare gli allarmismi citando ottime adozioni internazionali realizzate da associazioni degne del massimo rispetto come l’italiana Save the Dogs, che dà famiglie sicure in Svezia, in Svizzera e in Olanda ai randagi rumeni.

I SUCCESSI - Tra le altre associazioni erano presenti la Lega per l’abolizione della caccia, l’Oipa, Sos Levrieri (che salva gli esemplari spagnoli e irlandesi di questa razza uccisi a un paio di anni di età dopo che non sono più utilizzabili per le corse) e la Lega Anti Vivisezione. Il presidente di quest’ultima, Gianluca Felicetti, ha ricordato i tanti risultati a favore degli animali ottenuti negli ultimi anni e auspicando che, con la nascita della Federazione, se ne ottengano sempre di più. Tra i successi, Felicetti ha citato le ordinanze ministeriali dell’ex sottosegretario alla Salute Francesca Martini come quella del 18 dicembre 2008 sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati e i risultati di Michela Vittoria Brambilla che, grazie al peso della Federazione, ha trattato con Trenitalia per permettere a tutti i cittadini italiani di muoversi con i loro cani di qualsiasi taglia su tutti i treni. Un grande passo avanti verso un approccio etico e civile nei confronti degli animali è rappresentato anche dalla riforma del Codice della Strada che, con la legge 120/2010, ha imposto il soccorso da parte dell’automobilista dell’animale investito. È stato anche ottenuto che nessun regolamento condominiale possa impedire di tenere con sé un animale domestico con sé grazie all’approvazione della legge 220/2012.

UNITI E PIU’ FORTI - La speranza è che il più alto numero di cittadini possibile sottoscriva il programma degli "otto punti" rendendo la voce di chi ha a cuore ambiente e animali sempre meno stentorea nei confronti della politica. L’obiettivo è anche che la tutela degli animali e dell’ambiente abbia riflessi positivi sull’economia del nostro Paese: minor spreco di soldi pubblici, creazione di nuovi posti di lavoro nell’educazione ambientale, nell’utilizzo delle energie alternative e nella tutela del paesaggio con conseguente aumento del flussi turistici internazionali. «Le associazioni animaliste e i cittadini non sono più, nei confronti della politica, nella posizione del protagonista del film di De Sica che metteva al suo cagnolino il berretto in bocca per raccogliere l’elemosina – ha sottolineato ancora Carla Rocchi, citando una memorabile scena di Umberto D. -. Siamo forti e uniti, mettiamo sul piatto le nostre istanze animaliste, monitoriamo i politici e li spingiamo a legiferare di conseguenza informando i cittadini se questo non accade».