L'iniziativa è organizzata dall'associazione Oipa e proseguirà fino al 29 dicembre: ecco come fare
PRATO. Un raccolta di cibo per cani e gatti. La organizza da oggi, domenica 28, fino a mezzogiorno di domani l'Oipa, una onlus attiva nel settore delle cure agli animali. "Ci date una zampa?" è l'appello dell'Oipa, che invita a donare "patè per i vecchietti e croccantini sia per cani adulti che cuccioli". L'associazione avrebbe anche bisogno di una cuccia per un cane di taglia medio/grande. "Servono anche coperte che non usate più - si legge nell'appello dell'associazione animalista - non le gettate".
Il punto raccolta è a Montemurlo in via Marconi, 15 (info al numero 338-2094596). Chi ha difficoltà a raggiungere Montemurlo può chiamare e mettersi d'accordo. In alternativa, dicono quelli dell'Oipa, si può acquistare cibo per cani e gatti e lasciarlo in giacenza alla Piccola Fattoria di Montemurlo in via Pascoli (tel. 0574-790691), dove i volontari dell'Oipa passeranno a ritirarlo.
I fuochi artificiali causano danni agli animali, l'appello dell’Enpa di Lugo contro i botti
L’ENPA di Lugo si appella ai cittadini che rispettano gli animali affinché limitino, la notte di Capodanno, i botti più rumorosi. Il rumore provocato dallo scoppio dei fuochi artificiali e dei petardi nel pieno della notte causa enormi danni agli animali. A causa dei fuochi d’artificio col botto, muoiono ogni anno circa 5.000 animali.
L'Ente Nazionale Protezione Animali ricorda che i botti di Capodanno per gli animali costituiscono un serio fattore di rischio per la loro vita. Molti uccelli, ad esempio, muoiono perché, terrorizzati dai fuochi d’artificio, fuggono all’impazzata dai loro dormitori andando a sbattere contro i muri o i tralicci dell'alta tensione. Nei gatti, e soprattutto nei cani, i botti creano forte stress e spavento tali da indurli a fuggire dai propri giardini e recinti, per scappare dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio.
Nell’augurare un sereno Capodanno a tutti, animali compresi, l’Enpa riporta alcuni consigli per cani e gatti:
CONSIGLI PER FIDO
1. tenerlo in appartamento, meglio se in una stanza in penombra e lontana dai rumori 2. accendere la musica (Tv o radio): minimizza l'impatto dei botti 3. non tenerlo legato alla catena: potrebbe strozzarsi 4. in passeggiata, tenerlo saldamente al guinzaglio senza liberarlo: il pericolo di fuga è alto 5. assicurarsi che sia facilmente identificabile con microchip o tatuaggio e medaglietta: in caso di fuga e smarrimento, sarà facilmente ritrovato 6. se fugge, cercatelo nei canili e comunicate la scomparsa presentando denuncia di smarrimento a vigili, carabinieri o polizia, avvisate le associazioni animaliste e i siti internet che si occupano di cani scomparsi
CONSIGLI PER MICIO
1. se è abituato ad uscire, chiudere la gattaiola (per un giorno…) 2. manifestare indifferenza accendendo musica o tv per attutire i rumori esterni 3. non lasciarlo solo in giardino ed in balcone: potrebbe farsi male, scappare o buttarsi di sotto 4 preparargli un rifugio alternativo già individuato magari sotto il letto 5. se si nasconde in casa, meglio lasciarlo nel rifugio che ha individuato 6. nei casi più gravi chiedere al veterinario di fiducia un blando sedativo per tranquillizzarlo 7. se il gatto scompare cercarlo subito in zona: potrebbe essersi nascosto poco distante da casa
Ringraziamo di tutto cuore coloro che nelle ultime 2 settimane nelle città di La Spezia e Aulla hanno donato cibo, croccantini, scatolette, giochi, medicinali, coperte e cucce per i gatti e cani di cui da anni ci prendiamo cura. Ringraziamo anche i negozi aderenti all'iniziativa, in particolare Fido Discount di la Spezia.
Un vademecum Enpa per un Natale dalla parte degli animali
Milano, 18 dicembre 2014 - Natale? Rigorosamente cruelty free. Ecco il vademecum dell'Enpa per delle feste dalla parte degli animali.
1) La prima regola d'oro da seguire è quella di non regalare cani, gatti o di altri pet a Natale: molti di quelli regalati a Natale finiscono poi per essere abbandonati a giugno. Se proprio si vuole prendere con sé un animale, è indispensabile essere consapevoli che dovrà essere coccolato e accudito per tutta la vita. Amare un animale significa in primo luogo essere consapevoli. A chi volesse "fare il grande passo" l'Enpa raccomanda di non acquistarlo in negozio, ma di rivolgersi ai canili e alle altre strutture diricovero dove molti trovatelli attendono una famiglia che li adotti e li riempia di affetto. Da non dimenticare poi che in alcuni allevamenti dell'Est Europa, i cani, poi importati in Italia, vengono tenuti in condizioni molto precarie.
2) E' assolutamente da evitare- prosegue la Protezione Animali- l'acquisto di esemplari appartenenti a specie esotiche; animali sradicati dal proprio ambiente naturale e catapultati nel nostro, del tutto inadatto alle loro specifiche caratteristiche etologiche.
3) No agli "oggetti realizzati maltrattando e uccidendo animali: pellicce e avorio anzitutto".
4) Per non infliggere dolore e sofferenza agli animali, per il pranzo di Natale e il cenone di Capodanno devono essere preferiti i piatti vegetariani o vegani. Sul web sono disponibili numerosissimi siti dedicati, veri e propri ricettari a portata di mouse per creare gustosissimi menu', salutari sia per gli animali che per l'uomo.
5) Botti di Capodanno? No, grazie. "Se per qualcuno rappresentano un'occasione di festa- ricorda l'Enpa- per i nostri amici costituiscono soltanto una pesante fonte di stress e un serio fattore di rischio per la loro vita.
Ecco alcuni suggerimenti per gestire lo stress causato nei "nostri amici" dai botti' di fine anno:
- Costruire una relazione che metta i proprietari in una posizione di riferimento per il cane: "lui è il mio punto di riferimento e se lui e' tranquillo, nonostante il gran rumore, anche io lo sono"; - rinunciare al veglione ma vivere il momento dei botti insieme al cane in una zona tranquilla della casa (comportamento da evitare: vedere i fuochi d'artifici insieme al cane sulbalcone perché si potrebbe essere colpiti) - non premiare una eventuale agitazione del quattrozampe con carezze 'rassicurative' poiché ne confermerebbero il comportamento
Cani e gatti avvelenati in via Notarbartolo. Orlando chiede alla Rap massima attenzione
Dopo le segnalazioni dei cittadini e la denuncia del Consigliere dell’VIII Circoscrizione Maurizio Alesi circa l’avvelenamento di alcuni cani e gatti nella zona di via Notarbartolo, interviene sulla vicenda anche il sindaco Leoluca Orlando, che ha chiesto al presidente della Rap, Sergio Marino, massima attenzione.
Sergio Marino ha rassicurato il sindaco Orlando. Gli operatori incaricati dei servizi di pulizia in quella zona, infatti, presteranno la massima attenzione per la rimozione di eventuale cibo lasciato incustodito.
Il presidente della Rap, ricordando comunque che gli operatori non possono accedere all’interno di giardini o in altre aree private in cui potrebbero essere lasciati i bocconi avvelenati, ha assicurato una sensibilizzazione degli operatori nella direzione richiesta dal sindaco.
Maglioni vecchi? Possono diventare cappottini per cani dei rifugi
I volontari invitano a contattare canili e gattili delle proprie zone: coperte e maglioni possono essere utilissimi per gli animali senza famiglia
Roma, 16 dicembre 2014 - Il freddo è arrivato, puntuale e pungente come non mai. Si è fatto aspettare, quest'anno, ma ora non concede sconti a nessuno. Se decidiamo di aiutare anche gli animali meno fortunati che vivono nei canili e nei gattili, teniamo presente che le vecchie coperte sono molto utili per garantire agli animali, specialmente a quelli anziani, un poco di tepore confortevole. Allo stesso modo, magari non tutti riflettono sul fatto che anche maglie e maglioncini possono rappresentare una risorsa per i cani e gatti ospiti dei rifugi: dalle maniche - spiegano i volontari - è possibile ottenere dei bellissimi cappottini per i quattrozampe di taglia piccola mentre le maglie, grazie a qualche sforbiciata, riescono a tramutarsi in indumenti per gli animali di taglia media e grande.
Basta un poco di inventiva e i volontari, sempre pieni di cose da fare e di idee da realizzare, sono capaci di fare miracoli con il poco che hanno a disposizione. Canili e rifugi esistono in tutta Italia e, magari, prima di buttare qualche vecchia coperta conviene chiedere a queste strutture se possono servire. Un piccolo gesto di aiuto e generosità fa bene al cuore di chi lo compie e supporta il lavoro di migliaia di volontari che, in tutto il Paese, si struggono per accudire al meglio le creature innocenti rinchiuse.
In tutta Italia è possibile trovare canili e rifugi. In Piemonte, ad esempio, saranno felici di accogliere maglioni e coperte a Casa del cane vagabondo Loc. Ingleisa - Cascina Maglio BARBANIA -TO - Tel 3396341390 aperti tutti i giorni tranne lunedì e giovedì
oppure Lega del cane Sezione Caluso CALUSO - TO Tel. 3472975028 aperti mercoledì sabato e domenica
Ecco la pasticceria dove solo i cani possono entrare
Ha aperto al Gattaglio il primo negozio di biscotti per cani: «Dolci per tutti i gusti e con l’anno nuovo arriverà il gelato»
REGGIO EMILIA. Scooby Doo e Shaggy sarebbero ospiti fissi di questo nuovo negozio aperto da pochi giorni alle porte della città. Ha aperto da poche settimane la “Pasticceria da Prue”, il primo negozio di Reggio – si trova nel quartiere del Gattaglio, in via Gattaglio 11/b -, che vende al dettaglio biscotti e sfiziosità per cani. L’imprenditrice che, coniugando passione e coraggio, si è lanciata in questa attività è una ragazza di 36 anni, Jesenija Omanovic, slovena e da anni residente a Reggio.
E Prue, da cui il nome del negozio, è la sua cagnolina, un meticcio barboncino, che dal giorno dell’apertura è sempre con lei e accoglie i clienti e i loro cani. Per ora solo biscotti al miele, alla selvaggina, al cavallo, al mirtillo rosso, alla cannella, al formaggio… ma dall’anno nuovo alla pasticceria da Prue, la prima attività di Reggio Emilia specializzata in biscotti per cani, arriverà anche il gelato. Tutto rigorosamente a misura di cane.
«L’idea di aprire questa attività – afferma Jesenija Omanovic – è stata di mia sorella. Per ora portiamo i biscotti dalla Slovenia, ma in futuro vorrei aprire un vero e proprio forno dove poter cuocere io biscotti e anche torte per cani…».
E da dietro il bancone del suo negozio Jesenija Omanovic si sta accorgendo di quanto i biscotti per cani sembrino poco familiari ai padroni dei fido di casa nostra: «Mi sembra – spiega la 36enne – che la gente non sia quasi abituata a questi prodotti. In più noto, in generale, una certa disattenzione per l’alimentazione dei cani. Io credo sia molto importante e voglio che i miei biscotti siano fatti solo con prodotti biologici».
In più Jesenija ha ben chiara l’importanza della sfida che con questo negozio le si para davanti. Per questo la sua strategia è subito chiara: offrire un servizio quasi personalizzato, in modo da fidelizzare il più possibile i propri clienti, che magari si facciano a loro volta promoter del negozio.
«Man mano che conosco i miei clienti consiglio sempre varietà diverse di prodotti, che offro anche in versione light, ma a tutti ricordo che i miei biscotti sono sempre un ‘di più’ che non deve sostituire le normali crocchette…».
Per molti di voi il nome Slayer non dirà assolutamente nulla. Per pochi altri (me incluso) gli Slayer sono uno dei gruppi metal migliori degli ultimi anni. Gli Slayer sono stati spesso aspramente criticati per la deriva satanista delle loro canzoni (giusto per fare un esempio, il loro ottavo album si intitola God Hates Us All - Dio ci odia tutti). Non essendo su Soundsblog non avremmo ragione di parlare degli Slayer se non fosse che questo gruppo di "ragazzacci" ha fatto una cosa molto bella nei confronti di una gattina randagia (e a dispetto di chi li considerasse delle pessime persone!).
Kerry King e gli altri membri del gruppo erano a cena in un ristorante di Indianapolis (tappa del concerto all’ Old National Centre). Un membro dello staff degli Slayer, Jess Cortese, ha visto un senza tetto che vendeva il suo gattino per un dollaro. Il gattino stava congelando e così Jess ha deciso di prenderlo con se e farlo dormire nella sua cuccetta sul bus della band. Il gattino, che si è rivelato essere una gattina, il giorno dopo è andato al concerto insieme a Jess. Uno degli addetti al tour conosceva una persona che avrebbe voluto adottare un gattino e la conseguenza è stata automatica: la piccola Gypsy (come è stata ribattezzata dalla band) ha trovato subito una nuova casa. Speriamo che da grande possa godersi il concerto dei suoi eroi proprio come il gatto nel video qui sopra!
Caccia alla foca, la Norvegia non vieta ma taglia i finanziamenti
Un grande passo avanti nella tutela di creature uccise in maniera barbara. Dal 2010 la Ue ha imposto l'embargo dei prodotti provenienti da questa attività
Oslo, 12 dicembre 2014 -Le autorità norvegesi hanno deciso di chiudere il rubinetto delle sovvenzioni alla caccia alla foca, una decisione che porterà verosimilmente al graduale declino di questa pratica, tanto diffusa quanto controversa nel Paese scandinavo. Nel corso dell'esame della legge di bilancio, la maggioranza dei deputati ha votato a favore della soppressione, a partire dal 2015, della sovvenzione annuale di 12 milioni di corone, circa 1,3 milioni di euro, versati fino ad oggi dallo Stato a questo settore produttivo.
"E' importante sottolineare che il Parlamento non ha imposto il divieto della caccia alla foca, ma temiamo che in realtà, assieme alle sovvenzioni, finisca anche la caccia", ha dichiarato Geir Pollestad, presidente della Commissione parlamentare per il Commercio e la Pesca, contrario al taglio dei finanziamenti. "Il settore è in una situazione difficile da quando si è fermato il commercio con l'Ue dei prodotti derivati della foca", ha spiegato. Il deputato ha ricordato che l'aiuto pubblico ammontava circa a 1.000 corone (110 euro) per animale per un totale di 12 milioni di corone per circa 12.000 foche. Secondo la Direzione norvegese della Pesca, le sovvenzioni rappresentano fino all'80% del reddito degli operatori del settore. L'Ue ha imposto nel 2010 l'embargo ai prodotti provenienti dalla caccia commerciale della foca in Norvegia (che non è membro dell'Ue) e al Canada, giustificando questa misura con la particolare crudeltà dei metodi utilizzati.
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Cani e gatti a Natale 2014, i regali utili. Consigli e novità
Sono compagni fedeli e affettuosi tutto l’anno, come dimenticarsi di loro il giorno di Natale mentre si scartano i regali? I nostri amici a quattro zampe sono curiosi e ricettivi e fanno parte del nucleo famigliare a tutti gli effetti, fare loro un regalino può essere un modo per renderli partecipi della magia di un giorno di festa. Quali sono i doni che vorrebbero ricevere?
- In primis, e non è scontato, la rassicurante presenza della propria famiglia.
- Dolci: cani e gatti non possono mangiare i dolci destinati al consumo umano, rischierebbero gastriti, diabete ecc. a causa dell’eccessiva quantità di zucchero contenuto negli ingredienti, (molti degli alimenti di uso comune sono veleno per i quattro zampe) eppure sono golosissimi, la soluzione? Almeno per le feste arriva dal Giappone una torta natalizia “modificata” commestibile per noi e per i nostri amici.
- Un regalo utile e gradito? Una cuccia nella quale dormire comodamente o nella quale rifugiarsi. La proposta è una cuccia eco-sostenibile, progettata per il benessere del cane, i tessuti sono naturali, biologici e biodegradabili, (oltre che per il nostro cane-gatto, si contribuisce a fare qualcosa di buono per l’ambiente) sono adatte anche come complementi d’arredo, innovative quelle realizzate da Lou&Mi.
- Un collarino con medaglietta personalizzata, bello da vedere e utile. Il nome del cane e il telefono del proprietario stampato sulla medaglia, permettono, in caso di smarrimento di ricondurre l’animale dalla propria famiglia. (Senza dimenticare l’importanza del microchip).
- Regalare un’opportunità di gioco e di apprendimento? L’ideale sarebbe un corso presso l’associazione “Parola di cane”, tra le proposte: Bambility®, Clicker TRaining, Fitness a 6 Zampe, Puppy Class, Senior Class, Dogtrekking…
- Una borsa da trasporto per i cani più piccoli e un maglioncino per i più freddolosi.
- Un classico irrinunciabile? Una palla! Ne esistono di tutti i tipi, in materiali tecnologici, nelle forme più bizzarre e al tempo stesso ergonomiche e adatte ad ogni tipo di cane. Meteorlight K9 è una pallina luminosa a led impermeabile e resistente, Skruball invece è una pallina per cani in gomma naturale non tossica caratterizzata da onde in rilievo della linea dogspecialist. Ce n’è per tutti i gusti.
- Regalare qualcosa che faccia bene ai nostri amici a quattro zampe, anche quelli meno fortunati? Tra i “Regali di Paco”, sul sito “Fondo Amici di Paco” si possono scegliere libri (Paco Editore), t-shirt, calendari, gadget divertenti, il ricavato andrà devoluto in beneficenza agli animali più bisognosi.
- Un regalo insolito? Una visita al Villaggio di Natale dedicato agli animali, si trova ad Appiano Gentile (Como) alla”Fattoria delle Coccole”, proposto dall’Associazione Ingaia, è un luogo speciale dove gli animali sono salvati e coccolati. E’possibile fare volontariatoper curarli e fare loro compagnia, inoltre è possibile adottarli (quale regalo migliore?). Sempre in tema di regali si potranno acquistare giochi ecologici educativi di Ecotoys, prodotti di artigianato, manufatti artistici.
E comunque il regalo più bello lo fanno gli animali agli uomini… “Un cane è il miglior investimento che puoi fare: gli dai un centesimo d’amore e lui te lo rende moltiplicato mille volte tanto”. (Diana Lanciotti, scrittrice, fondatrice del Fondo Amici di Paco). Ed è un investimento per la vita. Perché se si decidesse di regalare un cane a Natale deve essere adottato dal canile e amato per sempre. (Parola di Jimmy).
Bracconieri armati fino ai denti sorpresi nel Parco del Cilento
Operazione del Corpo Forestale dello Stato che ha sequestrato armi e munizioni. Puntavano la beccaccia
Roma, 9 dicembre 2014 - Continua l'attività di vigilanza, prevenzione e repressione del bracconaggio condotta dagli uomini della Forestale nel Parco nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni. Sorpresi due bracconieri, in compagnia di quattro cani, intenti alla caccia della beccaccia.
Le giubbe Verdi hanno sottoposto a sequestro penale le armi e le munizioni, deferendo alla competente autorità giudiziaria di Lagonegro i due bracconieri, entrambi di Vico Equense (Napoli). Il Corpo Forestale riserva "particolare attenzione al fenomeno del bracconaggio - spiega una nota - con l'obiettivo di affermare la legalità sul territorio protetto e di tutelare la pubblica incolumità e la salute dei consumatori". Per il reato di caccia e introduzione di armi in area protetta, il Corpo forestale dello Stato dall'inizio dell'anno ad oggi ha denunciato 22 persone, sequestrato 14 fucili diverse munizioni e vari strumenti di cattura non consentiti dalla vigente legislazione.
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Ravenna, pronto l'esposto contro l'abbattimento dei daini Esponenti di M5s e LpRa hanno preannunciato l'atto contro la provincia per il piano di uccisione degli animali che, dicono, è stato disposto "senza valutare le alternative contemplate dalla legge"
Roma, 8 dicembre 2014 - Due esponenti M5s e della lista LpRa hanno preannunciato un esposto alla Procura di Ravenna contro l'abbattimento di 67 daini nella pineta di Classe, considerati di troppo dalla Provincia, in barba alle proteste, per i danni agricoli e per i pericoli stradali. Francesca Santarella e Alvaro Ancisi imputano alla Provincia di non aver cercato alternative, dalla «immuno-contraccezione» all'offerta di un'imprenditrice agricola tedesca che può accoglierli a proprie spese a Castiglione di Ravenna.
Al più presto, «forse già martedì o mercoledì», Francesca Santarella e Alvaro Ancisi presenteranno un esposto sulla questione al Procuratore capo sulla base di un parere fornito da un loro legale di fiducia. «Pur non essendo contrari alla caccia per principio e tantomeno al controllo selettivo della fauna selvatica - hanno spiegato i due -, siamo convinti che non abbia giustificazione il piano della Provincia per l'abbattimento dei 67 daini giudicati eccedenti» perché considerati un danno per l'agricoltura e un pericolo per la circolazione stradale. La stessa Provincia nei giorni scorsi al termine di una seduta ad hoc aveva ribadito l'intenzione di andare avanti nonostante le molte proteste sia di singoli cittadini che di associazioni animaliste.
«Finora - prosegue la nota - non è stata comprovata l'impossibilità di utilizzare quei metodi ecologici che in questi casi la legge impone di adottare». Prima tra tutte «la pratica dell'immuno-contraccezione» peraltro «prevista nel 'programma di gestione del dainò della Provincia ma sbrigativamente accantonata». E così «è possibile che l'ecatombe di questi animali sia disposta senza necessità», soprattutto alla luce del fatto che all'ente provinciale sono state formulate «alcune richieste di soggetti privati disposti a ospitare, con ogni garanzia, i 67 daini».
In questo contesto «risulta incomprensibile che la Provincia non abbia neppure valutato l'offerta della signora Eleonora Schonwald» - imprenditrice tedesca da quasi mezzo secolo in Italia - di accogliere nella propria azienda agricola di Castiglione di Ravenna tutti gli animali assumendosi il carico totale degli oneri per la loro cattura, trasferimento e mantenimento senza limiti di tempo oltre a quelli connessi ai controlli di tipo sanitario e veterinario.
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Bloccato furgone con 340 cuccioli di cane e 5 gatti
Operazione della Forestale al valico di Sant’Andrea. Denunciato il conducente già noto alle forze dell’ordine
Sono 340 cuccioli di cani di razza varia e cinque gatti persiani le bestiole denutrite e malconcie stipate in un furgone proveniente dall’Ungheria fermato dalla Forestale all’ingresso in Italia dal valico di Sant’Andrea a Gorizia.
Denunciato il conducente, un napoletano che già due anni fa era incorso nello stesso tipo di reato. Gli animali erano destinati al mercato del Napoletano, ma chissà quante di queste bestiole sarebbero arrivate vive, tenuto conto dello stato deprecabile in cui erano costrette.
I cuccioli sono stati inviati per le cure al centro di Terranova a San Canzian, alla Protezione animali di Udine e alla clinica Tergesteo di Trieste.
Ligabue: "Il pellicciotto? Uno scherzo" e fa pace con gli animalisti
Centopercentoanimalisti accoglie la marcia indietro del cantante dopo le contestazioni dei giorni scorsi. Liga: "Non ho mai indossato pellicce in passato e non lo farò mai in futuro"
Roma, 5 dicembre 2014 - "Un po' di chiarezza sulla questione pellicciotto". Apre così la precisazione di Luciano Ligabue sulla propria pagina di facebook a proposito delle critiche da parte degli animalisti in relazione alle immagini del video della canzone "Siamo chi siamo", brano dell'album "Mondovisione", dove appunto l'artista indossa anche un pellicciotto. "Più di tre mesi fa abbiamo deciso di girare un video" su quella canzone - spiega il Liga - Volevamo un filmato leggero, che fosse capace di strappare un sorriso e allora ho deciso di mettermi in gioco chiedendo alla costumista di trovare gli abbigliamenti più balordi e assurdi che avrebbe potuto. E così per la prima volta in vita mia ho indossato boa di struzzo, salopette, giacche fluorescenti, cappelli, occhiali colorati anni sessanta e, per l'appunto, un pellicciotto. L'unico capo già indossato, a ricordare la mia tamarraggine primi anni '90, era un gilet thailandese. Il risultato voleva essere 'volutamente buffo'". Il video è piaciuto a tantissimi, sottolinea Ligabue, "soprattutto perché, conoscendomi, ognuno ha capito la giocosità di quella situazione. Penso che se qualcuno avesse mai la malsana idea di comprare un pellicciotto, vedendo quanto ridicolo risulti addosso a me, se ne guarderebbe bene dal farlo. Detto questo - conclude l'artista - per lo stesso motivo per cui non ne ho mai indossato uno in passato (se non per il gioco di questo video) è evidente che non lo farò mai in futuro. Non fosse altro perché il mio (eventuale) cattivo gusto non arriva a tanto".
E sulla vicenda, a integrazione, interviene anche Claudio Maioli, il manager di Ligabue, sottolineando, "viste le insinuazioni di questi giorni", che l'artista "non ha nessun contratto commerciale o di sponsorizzazione con alcuno stilista". Immediata la risposta del gruppo Centopercentoanimalisti che, nei giorni scorsi, aveva contestato la performance del cantante.
"Accogliamo con piacere e soddisfazione le dichiarazioni di Ligabue, sulla vicenda della pelliccia indossata nel suo videoclip. E soprattutto ci fa piacere la sua dichiarata avversione per le pellicce, e l’impegno a non indossarne più. E’ vero che le sue giustificazioni sono assai deboli: per lui è stato solo un gioco. Per gli animali uccisi, no. Poteva arrivarci anche da solo, dirà qualcuno. Ma quello che importa è che la vicenda si sia trasformata in una colossale pubblicità contro la pelliccia", recita la nota del gruppo padovano.
"L’indumento che gronda sangue ne è uscito distrutto, e con lui gli stilisti che lo propongono e quanti lo comprano o lo indossano. Liga si è reso conto dell’errore, e ne ha fatto ammenda pubblicamente", prosegue il comunicato. "Da notare, ancora una volta, come i militanti di Centopercentoanimalisti siano stati gli unici a sollevare la questione, e ad agire prontamente con blitz mirati ed efficaci. Mentre “altri” non se ne erano neppure accorti…. Il commercio delle pellicce è una delle peggiori fonti di sfruttamento, sofferenza e morte per milioni di animali. Fatti nascere con la violenza, tenuti in gabbie allucinanti per una breve vita di dolore, assassinati in modo atroce e poi scuoiati. Il tutto solo per l’avidità di guadagno, e per soddisfare la stupida vanità di umani senza sensibilità né buongusto.Ben vengano le prese di posizione di Liga contro la pelliccia, questa è la via giusta che condividiamo", conclude la nota di Centopercentoanimalisti.
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6 e 7 dicembre gatti da red carpet dall'Italia e dall'Europa
(ANSA) - FIRENZE, 3 DIC - Firenze chiama a raccolta gattofili e appassionati di razze feline da red carpet. Non ci saranno i soliti "44 gatti" alla Fortezza Da Basso il 6 e 7 dicembre: l'Esposizione Internazionale Felina di Firenze organizzata da Worldcats, porterà all'ombra della Cupola esemplari rari e bellissimi. Oltre 500 i gatti che, al seguito dei loro proprietari, arriveranno tutta Italia e da Svizzera, Polonia, Austria, Spagna e Francia per partecipare ai campionati internazionali ed europei di bellezza. (ANSA).
I cani capiscono le nostre frasi e il tono con il quale le pronunciamo
Uno studio ha dimostrato che i nostri amici a quattrozampe riconoscono le parole dei loro padroni
I cani capiscono le parole pronunciate dai loro padroni? Questa domanda alla quale molti umani hanno già risposto positivamente, adesso trova il conforto della scienza. Uno studio pubblicato su “Current Biology” fornisce le prime prove del fatto che anche i cani differenziano ed elaborano le varie componenti del linguaggio umano. In particolare, ogni quattozampe usa l'emisfero sinistro del cervello per analizzare il contenuto verbale di quanto sentito e quello destro per capire il contenuto emotivo della voce. Insomma, a essere capiti in maniera molto distinta sono sia i vocaboli usati sia i toni con i quali essi vengono espressi.
Gli studiosi dell'Università del Sussex sono arrivati a questo risultato facendo un test con oltre 250 cani. Gli esperti hanno stimolato gli animali con frasi umane trasmesse da due altoparlanti posti uno a destra e uno a sinistra del cane. Quando riceveva un comando familiare, la cavia si girava verso destra dimostrando così di essere concentrata sulle parole e non sul tono con cui esso veniva pronunciato. Quando invece la frase era sconosciuta o in una lingua straniera, il quattrozampe dimostrava di attivare la parte del cervello che gestisce le emozioni.
Roma, 1 dicembre 2014 -Proprio in questi giorni inizia a farsi sentire il freddo con diverse perturbazioni in tutta Italia, ma sopratutto le temperature notturne sono calate sensibilmente. Anche quest'anno AIDAA presenta un breve vademecum per aiutare concretamente gli animali in difficoltà che si incontrano sulla strada o che cercano di trovare riparo nel giardino o sul terrazzo. Gli uccellini, ad esempio, che in questi giorni iniziano a faticare a procurarsi il cibo.
L'invito per tutti è di esporre piccole mangiatoie sui balconi (ne esistono in legno o possono essere realizzate in materiale di riciclo come ad esempio le bottiglie di plastica) contenenti piccoli pezzettini di grasso e carne avanzata, croste di formaggio,briciole di dolci, frutta fresca e secca e miscele di semi (consigliati e acquistabili già confezionati). Occorre rifornire regolamente le mangiatoie senza riempirle fino all'orlo in quanto a causa del freddo nelle ore notturne parte del cibo potrebbe deteriorarsi. Ovviamente accorgimento molto importante, le mangiatoie vanno messe fuori dalla portata dei gatti.
Proprio loro, i gatti, spesso vivono liberi e all'aperto. Se si vive accanto ad una colonia felina o si nota un certo movimento di mici randagi che gironzolano dalle parti di casa in cerca di cibo, è bene mettere a loro disposizione tre ciotole: una con del cibo secco, una con del cibo umido ed una con l'acqua. Le ciotole vanno sistemate in una zona riparata. I croccantini vanno sostituiti giorno per giorno in quanto con l'umidità rischiamo di deteriorarsi, lo stesso discorso vale per la pappa umida che potrebbe anche congelare ed i mici potrebbero quindi mangiare del cibo deteriorato.
Occorre cambiare il cibo due volte al giorno e lasciare in luogo riparato anche la ciotola dell'acqua fresca per evitare rischi di congelamento. Se c'è una cantina disponibile è bene lasciare aperta la finestra cosi che i mici possano ripararsi nelle notti più fredde oppure realizzare delle vere e proprie cucce nel condominio per far riparare i gatti.
Per i cani randagi i consigli dell'Aidaa somigliano a quelli per i gatti. Ciotole con cibo e con acqua in ambiente riparato, rifornire le ciotole quotidianamente in quanto a causa del freddo il cibo lasciato troppo a lungo è destinato a deteriorarsi. Se invece capita di ospitare in giardino animali selvatici come ghiri, scoiattoli, ma anche volpi e faine è bene chiedere informazioni direttamente al Corpo forestale dello stato chiamando il 1515 prima di prendere qualsivoglia iniziativa.
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Cifre da capogiro quelle che riguardano il furto di cani da compagnia, più di 17.000 solo nell’ultimo anno e 2.000 solo in Lombardia. A quanto pare le zone più colpite sarebbero Milano, Como e Varese, dove associazioni e organizzazioni senza scrupoli agirebbero indisturbate, sottraendo i quadrupedi alle famiglie e ai proprietari. Gli animali finirebbero nel giro dei combattimenti clandestini, dei sequestri con unico scopo quello del pagamento di un riscatto oppure la rivendita per l’accattonaggio.
Un vero e proprio traffico di cani con una certa predilezione per le razze più gettonate e di lusso, con una richiesta esorbitante di soldi. A contrastare questa prassi dolorosa molte associazioni: con il supporto di Facebook, fanno viaggiare velocemente il passaparola così da individuare e recuperare cani rubati e sequestrati. Ultime, ma solo in ordine di apparizione, un duo di amiche che hanno lanciato la community Cani Rapiti. Franca e Maria Luisa, molto attive nel settore, vogliono far evolvere il tutto aprendo un sito e creando un database, con le schede di tutti i quadrupedi smarriti o trafugati ma anche recuperati.
L’idea nasce dall’esperienza personale di Franca, che due anni fa ha recuperato e consegnato personalmente un cagnolino:
Era un maltesino come i miei e il destino ha voluto si chiamasse proprio Cesare come il mio. Lo notai tra le braccia di un questuante e mi insospettii. Non lo persi di vista finché un veterinario dell’Asl non intervenne insieme alle forze dell’ordine per identificarlo. Dalla lettura del microchip risultò essere stato rubato in una casa, durante un furto, a 250 chilometri di distanza.
Spesso l’azione del sequestro avviene in modo rapido: basta un avvicinamento con carezza e il gioco è fatto. I più colpiti i proprietari al parco oppure in giro per una passeggiata, ma in voga anche i furti in appartamento specialmente di cani di grossa taglia. L’obiettivo è quello di creare un vero e proprio database a cui attingere in caso di emergenza:
Oltre al database per facilitare le ricongiunzioni, ci piacerebbe coinvolgere le istituzioni in una battaglia seria e determinante per la riduzione del fenomeno: l’introduzione di un vero e proprio reato di rapimento anche riferito agli animali [...] Vorremo poi che anche gli agenti di polizia locale fossero dotati di lettore di microchip, in modo da rendere più facile e immediata l’identificazione dei cani, quando vengono denunciate situazioni come quelle dell’utilizzo degli animali nell’accattonaggio.
Le due donne hanno già creato un piccolo archivio online, coinvolgendo forze dell’ordine ed esponenti politici così da divulgare il più possibile l’utile iniziativa.
Circa 500 leoni marini sono stati trovati morti su una spiaggia della costa settentrionale del Perù e le autorità locali hanno aperto un’indagine, accusando i pescatori di aver avvelenato gli animali. I leoni marini, infatti, rappresentano un ostacolo per la pesca, perché si avvicinano alla costa a caccia di cibo, ma la polizia ambientale peruviana sta controllando anche altre possibili cause delle morti, incluse malattie e ingestione accidentale di plastica.
I cadaveri dei mammiferi marini sono stati scoperti sulla spiaggia di Anconcillo nella regione di Ancash, a 400 chilometri a nord della capitale Lima. Secondo l’agenzia Andina, i leoni erano sia esemplari giovani che anziani.
All’inizio di novembre si era verificato un caso simile nella regione di Piura, poco più a nord, dove sono stati ritrovati circa 200 esemplari morti fra leoni marini, delfini, tartarughe e pellicani. Due anni fa, centinaia di delfini vennero trovati morti lungo la costa del Perù e per le associazioni ambientaliste vennero uccisi dalle esplosioni effettuate nel corso di alcune esplorazioni petrolifere. Circostanza smentita dall’Istituto marittimo (Imarpe), per il quale si trattò di morti per cause naturali.
Non solo ha due pinscher, Piero e Mia, che porta sempre con sé, ma Elisabetta Canalis si batte attivamente per la difesa degli animali. E sostiene un canile di Los Angeles
Protagonisti di tantissimi scatti su Instgram, in posizioni buffe e mentre si fanno coccolare.
Ma loro non sono gli unici cuccioli nel cuore di Elisabetta. Che proprio recentemente ha pubblicato le foto di alcuni cani del Los Angeles Animal Service, che lei stessa sostiene.
Come non aveva esitato a mostrarsi nuda per la Peta, l'organizzazione no-profit che si batte per il trattamento equo degli animali.
Anche l'incidente che ha coinvolto un cavallo che trainava un calesse a Roma ha attirato l'attenzione della Canalis che ha scritto su Instagram: «È giusto che nel 2014 nelle grandi città siano ancora permessi i calessini trainati da queste povere bestie? Questo è il risultato. Non solo soffrono perché costrette a correre tra macchine, tram e motorini, ma diventano un pericolo per tutti oltre che una cosa totalmente inutile per i cittadini. Oggi un cavallo è crollato durante un "turno" di lavoro e di conseguenza son stati sequestrati altri 2 cavalli a dei proprietari di calessini poiché tenevano gli animali in condizioni estreme. Abbiamo ancora molto da fare per essere un paese modello ma perché non differenziarci da quelli del Terzo Mondo iniziando da situazioni come queste?».
Oggi incontriamo uno dei ricercatori che hanno partecipato allo studio. Si chiama Barbara Gandolfi, è una biologa italiana che lavora presso l'Università del Missouri. Il suo percorso formativo - quello di una "scienziata" - presenta alcuni caratteri originali che, con buona pace della "Buona scuola" del governo italiano, mettono in luce alcune virtù neglette del nostro sistema formativo.
Cremonese, biologa, 35 anni. Una laurea, un master, un dottorato. Milano, Spagna, California. E ora nel Missouri. Ha già una carriera ricca di soddisfazioni. Può raccontarci in breve il suo percorso d'istruzione? Ho iniziato a coltivare la passione per la scienza (e soprattutto le biotecnologie) durante le scuole superiori, ho frequentato il corso di chimica e biologia alla scuola professionale Ala Ponzone Cimino. Ho avuto grandi professori che mi hanno insegnato a usare la mente e a credere in me stessa. Alla fine del quinto anno, con grande supporto di tutti i docenti della scuola, ho fatto il test di ammissione alla facoltà di 'Biotecnologie' a Milano (Interessante. In Germania, tanto per fare un esempio, uno studente che frequenta la scuola professionale non può iscriversi all'università, ndr). Ho avuto la fortuna di incontrare docenti appassionati, con grandi capacità e conoscenze scientifiche.
E dopo la laurea? Grazie a una borsa di studio (parte del progetto Leonardo) ho iniziato la mia avventura in terra Iberica. Dopo i primi 6 mesi "sponsorizzati", ho ricevuto una proposta di contratto per rimanere in Spagna e ho accettato. L'esperienza ha fruttato un brevetto e l'invenzione di un vaccino. Ma mancava ancora l'inglese. Non si può comunicare la scienza e le invenzioni senza parlarlo. E così ho colto al volo una opportunità che mi è stata offerta dall'Università di Milano. Un dottorato di ricerca (PhD) sponsorizzato dall'Italia ma con esperienza all'estero. Fu allora, nel 2007, che la ricerca sui gatti è entrata nella mia vita.
In seguito ho ricevuto l'offerta della dottoressa Leslie Lyons per un altro dottorato, sempre sui felini. E poi, eccomi qui: all'età di 34 anni ho accettato l'offerta dell'Università del Missouri-Columbia, per una posizione di assistente al professore.
Dalla "bassa padana" al Midwest: da una pianura densa di storia alla rarefazione degli spazi americani. Dall'antico Eridano, il Po, al possente Missouri... Due grandi fiumi segnano la sua esistenza: ci ha mai pensato? E quale effetto le fa?
Ogni volta che attraverso il fiume Missouri mi ricordo del Po e ogni volta che attraverso il Mississipi mi ricordo di tutti western che crescendo ho guardato con mio padre.
Se non ho letto male nei suoi curricula, lei è passata dallo studio della vacca chianina (che Iddio ce la conservi) ai gatti. Il cambiamento di volume dei soggetti studiati ha qualche connessione con un mutamento dei suoi interessi?
Non sempre nella scienza c'è un cammino diretto verso i nostri interessi e le nostre mete. Si intraprende un cammino e si cerca di modificarlo. In generale il mio interesse è quello di trovare soluzioni alle malattie...non mi importa in quale specie...l'importante è correggere i difetti genetici, molti dei quali sono causati dall'uomo stesso e da metodi di selezione spietati.
L'università del Missouri ha una mascotte digitale, Mizzou, una tigre. Tigri, gatti... sono fissati con i felini?
L'università del Missouri ha come mascotte Truman the Tiger, lavoro sui gatti e il nostro laboratorio, gestito dalla dottoressa Lyons, si chiama "Lyons Den". Nella "tana dei leoni", anche se in inglese leone è scritto "lion" invece che "lyon", ma ci piace il gioco di parole... Insomma mi sembra un segno, devo continuare la ricerca sui felini!
Veniamo allora ai gatti. Con la vostra ricerca gettate una luce sulla storia del rapporto tra noi (umani) e loro (i felini). Poiché ci sono molti amanti dei gatti, immagino che il vostro lavoro abbia suscitato molto interesse. È una sensazione sbagliata?
Abbiamo ricevuto moltissima attenzione dai media e dai social network. Il nostro articolo si è piazzato nono nella storia di tutti gli articoli pubblicati su "Proceedings of the National Academy of Science" (PNAS), una rivista estremamente famosa nel campo della ricerca.
Quel è stato il suo ruolo nella ricerca? Ho contribuito con l'analisi del fenotipo "guantini bianchi" nella razza Birmana. Il colore bianco nel gatto, o meglio l'assenza del colore, è associata con l'assenza di migrazione di cellule chiamate melanociti (che producono pigmento). La migrazione dei melanociti avviene a livello embrionale, per cui tutti i fattori e geni che ne controllano la migrazione sono di grande interesse. Le stesse cellule migrano nella coclea (orecchio) per cui il mantello bianco è spesso associato alla sordità. Con la dottoressa Lyons abbiamo anche contribuito all'interpretazione delle analisi di selezione: cioè quali parti del genoma felino sono state sottoposte alla domesticazione.
Chiunque abbia mai convissuto con un gatto lo sa: sembra proprio che siano animali "semi-addomesticati". In questo risiede la ragione profonda della loro... "alterigia". Lei è una scienziata, può spiegare il concetto?
Se vogliano addomesticare un Mustang (un cavallo selvaggio) o dei cani, gli animali vengono abituati alla convivenza con l'uomo. I cambiamenti provocati dalla domesticazione sono notevoli nel loro comportamento, nell'aspetto e nella fisiologia. Attraverso la domesticazione l'uomo ha conseguito mezzi di trasporto (per esempio cavalli), cibo (allevamenti), animali da compagnia o da caccia (cani), insomma l'uomo con il suo intervento ha cambiato e selezionato determinati pool genetici per ottenere animali corrispondenti alle sue necessità. I gatti non sono stati addomesticati dall'uomo. Non è stato un evento attivo. Sono animali semi-domestici: con l'avvento dell'agricoltura e del grano la popolazione di topi ha iniziato a crescere troppo velocemente. I gatti hanno iniziato ad avvicinarsi agli allevamenti agricoli proprio a causa della presenza di topi. È il gatto che ha iniziato a tollerare la presenza umana e l'umano ha fatto i conti con lui. Entrambe le parti hanno avuto un vantaggio, senza prevalere l'una sull'altra. Insomma: l'uomo non ha attivamente addomesticato il gatto: è stato il gatto che ha addomesticato se stesso.
Quali rapporti intercorrono tra la biologia umana e quella dei gatti? Perché è importante studiare l'ereditarietà di alcune patologie feline?
Devo rispondere spesso alla domanda: "perché proprio i gatti?"
Il nostro laboratorio studia malattie ereditarie, molte delle quali sono associate con la consanguineità. Nel momento in cui una razza di gatti viene creata determinati pool genetici, associati con aspetti estetici, vengono arricchiti all'interno della razza spessa. Per esempio, tutti i gatti persiani hanno il pelo lungo, tutti i Birmani hanno i piedini bianchi, tutti gli Sphynx sono privi di pelo... Spesso come ben sappiamo l'accoppiamento e la riproduzione tra consanguinei comporta l'arricchimento di tratti genetici deleteri. Infatti molti persiani hanno cisti renali e gli Sphynx sono cardiopatici... Noi cerchiamo quella mutazione, quella base nel DNA associata con la malattia. Una volta identificata, si sviluppa un test genetico che viene offerto agli allevatori che possono testare ed escludere dalla riproduzione gli animali portatori delle patologie. Nel caso della retinite pigmentosa o delle cisti nei reni, i gatti sono ottimi animali-modello per lo studio di terapie geniche mirate a curare la cecità o la progressione delle cisti nei reni.
E la gattina Cynnamon? Cynnamon purtroppo non è più in vita. Ha fondato una colonia di gatti molto importanti nella ricerca della retinite pigmentosa nell'uomo. Dopo essere deceduta per cause naturali, parte dei suoi tessuti sono stati usati per generare il genoma del gatto. Sicuramente è un gatto che ha segnato l'evoluzione della ricerca genomica e biotecnologica!
Italia-Usa. La domanda più ovvia: perché negli Usa? Solo fuori dall'Italia, ormai, si può vivere dignitosamente facendo ricerca? Quando dicono che l'America è il paese delle opportunità dicono il vero. Se hai voglia di fare sei premiato: lavoro e conoscenza sono premiati a dovere, anche economicamente. Già durante il dottorato il mio stipendio era migliore di quello di molti professori in Italia. Ho incontrato moltissimi italiani all'estero. Ho sentito pronunciare la stessa frase da tutti: se potessi tornerei domani. Abbiamo tutti molta nostalgia... Dopo 8 anni oltreoceano mi sento sempre molto italiana. Mi manca soprattutto l'aspetto sociale e la mia famiglia. Senza parlare del sorriso della mia nipotina! Ma non c'è possibilità nel nostro paese. Ho studiato molto, ho lottato e sono arrivata dove sono. Posso permettermi molte cose e soprattutto posso permettermi di poter aiutare coloro a cui tengo. Il mio sforzo non ha prezzo, è una vergogna essere pagati così poco, in Italia.
Come è regolato il suo rapporto di lavoro? Il mio contratto è solo per la ricerca, anche se volontariamente mi offro di fare lezione con docenti che sono aperti e disponibili a lasciarmi comunicare la mie conoscenze sui felini. Si tratta di un contratto quinquennale, ma nel frattempo se si apre una posizione a tempo indeterminato posso presentarmi. Sono qui nel Missouri da soltanto un anno e sto ancora imparando molto, per cui prevedo di rimanere per almeno altri due anni. Poi, certo, sono aperta a cercare posizioni a tempo indeterminato: ci sono tanti posti magnifici in questo stato che devo ancora esplorare.
Quanto guadagna? Lo stipendio è di 80.000 dollari lordi l'anno, con un 2% di aumento annuo. È nella media per la mia posizione. Non so quanto prenda un ricercatore, in Italia, ma dubito oltretutto che ci siano molte posizioni simili.
Dove vive? Vivo in una villetta bellissima, in affitto. Non posso prendere casa prima di ricevere il mio permesso di residenza (dovrebbe essere questione di mesi!). Ho tre bellissimi gatti (ovviamente!) e una macchina gialla sportiva.
Ultima domanda, forse la più rivelatrice. Scelga: Ugo Tognazzi o Mark Twain? Ovviamente sono dalla parte di Ugo!
Combattimenti cani-cinghiali, la Forestale denuncia sette persone a Perugia
Per gli organizzatori di sfide e competizioni tra animali è prevista la reclusione da uno a tre anni e multe fino a 160 mila euro.
Avrebbero addestrato dei cani a combattere contro i cinghiali: per questo la Forestale ha denunciato per maltrattamento di animali sette persone, tra cui alcuni allevatori e proprietari di cani di razza Dogo argentino residenti in Umbria, Lombardia e Marche. Alcuni di loro - hanno appurato le indagini del Corpo Forestale dello Stato di Perugia - registravano con telecamere e cellulari il combattimento.
A far partire le indagini (durate sei mesi e coordinate dalla procura di Urbino) - riferisce la Forestale dell’Umbria - sono state segnalazioni di cittadini, secondo cui da qualche tempo che in alcune zone dell’Umbria, in particolare ai confini con le Marche, si tenevano combattimenti clandestini tra cani e cinghiali. Durante alcune di queste «sfide», nella zona di Cagli, la Forestale aveva scattato delle foto in cui venivano ritratti cani, probabilmente della specie Dogo argentino, intenti a sbranare un cinghiale ed uomini che osservavano la scena. In Lombardia di episodi analoghi il Cfs aveva girato dei video, con immagini dai toni cruenti.
Le indagini hanno accertato che alcuni uomini residenti in Umbria, nel comune di Valtopina, avrebbero fornito ed addestrato cani utilizzati nei combattimenti.
Nell’allevamento umbro, gli agenti hanno trovato anche un esemplare adulto di Dogo argentino che presentava cicatrici recenti, trattate chirurgicamente e compatibili - secondo la Forestale - con i video riguardanti i combattimenti con cinghiali.
Il Dogo argentino è un cane selezionato nella prima metà del `900, in Sud America, per cacciare cinghiali, puma ed altra grossa selvaggina. Cane dalla grande potenza fisica, pacifico con gli esseri umani, ma dotato di grande istinto predatorio al cospetto di altre specie individuate come prede.
Per gli organizzatori di combattimenti e competizioni tra animali è prevista la reclusione da uno a tre anni e multe fino a 160 mila euro.
L’indagine è stata svolta da personale del Corpo forestale di Perugia, Pesaro Urbino, Milano, Lecco, Pavia e dagli uomini del Nucleo investigativo per i reati in danno agli animali del Corpo Forestale dello Stato di Roma.
Gattile allagato per il maltempo a Milano: animali tratti in salvo sui gommoni
MILANO - Il maltempo su Milano ha causato non pochi disagi, tra cui l'allagamento del gattile, causato dall'esondazione del fiume Seveso. Il rifugio degli animali ha subito danni molto gravi e le povere bestiole sono state tratte in salvo da alcuni volontari, trasportate sopra i gommoni."Ci sono 4 mici dispersi, ma gli altri quasi 150 sono stati tutti spostati, anche i cani del canile sono in salvo. Non finiremo mai di ringraziare tutti gli enti e le persone che ci hanno aiutato stanotte nello spostare i mici, e le associazioni che si stanno dando una mano ospitandoli", hanno scritto i volontari di 'MondoGatto' su Facebook.
I gatti sono adorati da uno stuolo di persone che farebbero tutto per loro: dobbiamo ammettere che i gatti (ma anche i cani) sono bravissimi nell’addomesticarci e nell’educarci a servirli senza battere ciglio! Dei gatti conosciamo molte cose (ma non tutto, naturalmente, visto che Micio è un mistero divino sceso in terra), ma ci sono alcune particolarità e curiosità che forse non sono note a tutti.
Un gatto in forma può raggiungere la velocità di 48 chilometri all’ora, mentre Usain Bolt non raggiunge i 38 chilometri orari.
Il gatto ha tra 60 e 80 milioni di cellule olfattive, mentre noi umani ne abbiamo appena 20 milioni. Grazie a questa caratteristica i felini possono sentire un odore quindici volte meglio di noi.
I gatti usano i baffi (che si chiamano vibrisse) per valutare se possono attraversare uno spazio che sembra loro molto stretto.
Il presidente degli Stati Uniti d’America, Abraham Lincoln (1809-1865) era un gattaro sfegatato. Durante il suo mandato, alla Casa Bianca c’erano quattro gatti.
I mici hanno 32 muscoli in ogni orecchio, il che permette loro di muoverli come se fossero dei radar.
In Gran Bretagna e Asia il gatto nero è sinonimo di fortuna, mentre da noi…
In California, nella contea di Ventura, i gatti (e i cani) non possono avere rapporti sessuali senza che prima ci sia tutta una trafila da compiere (e poi dicono che in Italia siamo vittime della burocrazia!).
I gatti trascorrono il 30% della loro vita a lavarsi, passano circa 11.000 ore a fare fusa e dormono per i due terzi del giorno.
Come per le impronte digitali degli esseri umani, il naso del gatto è unico e diverso da micio a micio.
Allevamento lager in provincia di Verona: sequestrati 50 animali
Operazione del Corpo forestale dello Stato su segnalazione della Lav. Cuccioli tenuti in gabbie piccolissime, al buio, tra i loro escrementi. Alcuni portano segni di maltrattamento. Denunciata la proprietaria
Roma, Novembre 2014 - Quaranta cani e quattro gatti sono stati sequestrati dal personale del Comando Provinciale di Verona del Corpo forestale dello Stato, intervenuto su segnalazione della Lav in un allevamento di cani alla periferia di Verona. I Forestali si sono trovati di fronte a un vero e proprio allevamento lager: "i cani e i gatti erano rinchiusi in piccole gabbie di metallo, in totale contrasto con la loro natura, abilmente coperti da teli oscuranti per evitare guaiti e confinati in recinti sommersi dal fango e dai loro stessi escrementi".
Si tratta di "19 Pinscher (tra cui 7 cuccioli di età inferiore ad un mese), 4 Chihuahua, 7 Pastori Tedeschi, 4 Labrador, 6 cuccioli di diverse razze e 4 gatti Siamesi". Tutti gli animali sono stati visitati dal veterinario ausiliario di Polizia giudiziaria, che ha riscontrato "diverse patologie e traumi a carico di alcuni animali, ad esempio fratture che potrebbero essere la conseguenza di maltrattamenti pregressi". La titolare dell'allevamento, durante le verifiche, "si è sottratta più volte alle richieste circa la documentazione di possesso e le autorizzazioni relative alla gestione degli animali". La stessa "ha cercato di nascondere alcuni cuccioli appena nati, occultandoli tra i cumuli di rifiuti". Per tutto questo la presunta responsabile "è stata denunciata all'Autorità giudiziaria competente presso il Tribunale di Verona e dovrà rispondere dei reati di maltrattamento di animali e detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura". Gli animali sono stati consegnati in affido giudiziario alla sede Lav di Verona per le necessarie cure.
“L’allevamento sequestrato è uno dei tanti allevamenti abusivi di cani e gatti presenti nella nostra provincia in cui prevale la logica del massimo profitto al minimo costo: i riproduttori vengono considerati alla mera stregua di macchine per produrre cuccioli da vendere a prezzi inferiori a quelli dei negozi specializzati” ha commentato Lorenza Zanaboni, Responsabile della Sede Territoriale LAV di Verona. “Agli animali, costretti a figliare in continuazione in modo aberrante nella loro vita, che dura solo qualche anno, non vengono garantite le condizioni minime di benessere e nessuna cura veterinaria, e spesso i nati presentano patologie anche gravi”.
Per contatti con la nostra redazione: animali@quotidiano.net
A guardar bene "i gatti non sono del tutto addomesticati", spiega Wes Warren, professore si genetica della Washington University. "Il 'salto' dai gatti selvaggi a quelli attuali è piuttosto recente, per questo è stato utile trovare tracce del processo di domesticazione nel loro DNA".
La ricerca Uno dei modi per comprendere il processo di domesticazione è l'osservazione di quelle parti del DNA che sono cambiate a causa dei rapporti con l'uomo. Per poter fare un raffronto, si sono presi in esame DNA di gatti domestici e selvatici.
I comportamenti emersi come quelli più modificati dalla convivenza con l'uomo sono corrispondenti a specifici settori del DNA. Hanno a che fare con la memoria, la paura e il rapporto azione/beneficio, una delle chiavi di qualsiasi processo di domesticazione (non solo animale...).
Noi umani abbiamo cominciato ad apprezzare i gatti quando fu evidente la loro attitudine nella cattura dei roditori (i topi) che mettevano a rischio i raccolti. Si ipotizza quindi che i nostri progenitori abbiano cominciato a nutrire i felini perché "frequentassero" le aree destinate allo stoccaggio degli alimenti. Per raggiungere tale obiettivo si innescò il meccanismo della "ricompensa".
I gatti selvatici risposero con discreta disponibilità, così progressivamente abbandonarono la vita solitaria e le strategie di caccia per godere degli incentivi alimentari assicurati loro dall'interesse umano. Col tempo, la nostra specie cominciò anche ad apprezzare la docilità dei felini, selezionando progressivamente le specie meno aggressive.
Il progetto di ricerca Il progetto di studio sul genoma dei gatti è finanziato dal National Human Genome Research Institute statunitense. Ha l'obiettivo di studiare le malattie ereditarie dei gatti domestici anche perché, in alcuni casi, esse sono simili alle patologie umane.
Cinnamon Il soggetto preso in esame dai ricercatori della Washington University è una gatta, Cinnamon, di razza abissina. È stata scelta perché è stato possibile risalire per diversi gradi ai suoi antenati e anche perché, poverina, è affetta da una particolare malattia degenerativa degli occhi che i ricercatori hanno voluto studiare da vicino.
Tutti di razza, gli animali trovati dalle guardie zoofile del distaccamento Enpa di Rignano sull'Arno
IMPRUNETA. Chihuahua, bulldog francesi, cavalier king, shitzu: erano tutti di razza i 66 cani trovati rinchiusi in un’abitazione privata di Impruneta dalle guardie zoofile del distaccamento di Rignano sull’Arno dell’Enpa di Firenze. Gli animali erano divisi tra i due piani e il garage dell’appartamento, ammassati in box artigianali di dimensioni ridotte. «Abbiamo cominciato con i primi appostamenti a settembre, su segnalazione dei vicini che si lamentavano del continuo abbaiare – spiega Alessandro Quercioli, dirigente del nucleo provinciale guardie zoofile di Firenze – ma i proprietari non erano mai in casa. Quando siamo entrati abbiamo trovato questa densità paurosa». I più piccoli erano rinchiusi al secondo piano, la maggior parte degli animali, però, erano confinati al primo: 18 e 26, rispettivamente, i cani rinchiusi in casa. I restanti 22, invece, erano stipati nel garage.
Le indagini sono in corso, ma le razze pregiate degli animali trovati, secondo il dirigente Enpa, sono tipiche di un’attività di commerciale. I cani non erano malati ed erano tutti muniti di microchip. Le deiezioni e lo scarso ricambio d’aria, però, avevano generato un ambiente malsano – oltre l’odore nauseabondo – decisamente inadatto al benessere degli animali. «Non abbiamo proceduto al sequestro perché i cani erano in buone condizioni – prosegue Quercioli -, nonostante le condizioni igieniche della casa. I padroni hanno provveduto a trasferire gli animali in una struttura più adatta al Mugello. Tuttavia gli abbiamo contestato il canile abusivo e la detenzione incompatibile con le esigenze psicofisiche degli animali».
Disastro ecologico a Maccarese e Fregene, animali e uccelli morti nel fiume Arrone
I ladri hanno bucato la condotta e il carburante si è riversato nel Rio Palidoro e nell'Arrone. Morti centinaia di animali. L'allarme di Lipu e Wwf: "Danno ambientale enorme". Il sindaco Montino: "Divieto di utilizzare l'acqua"
È un disastro ambientale ed ecologico. Lo sversamento di cherosene nel Rio Palidoro e nel fiume Arrone, causato dai tentativi di furto sull'oleodotto Eni, ha coinvolto diverse zone del comune di Fiumicino, da Palidoro al Villaggio dei pescatori di Fregene, passando per Maccarese. Il cherosene ha raggiunto e penalizzato la rete capillare dei canali agricoli e di bonifica, fino alla foce dell'Arrone, sfiorando le aree naturalistiche.
Moria di pesci Moria di pesci nei canali mentre decine tra animali e uccelli acquatici, attratti proprio dai pesci sulla superficie dell'acqua, sono rimasti impregnati di carburante e sono morti. "Un disastro ancora impossibile da quantificare", ha commentato il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino. Montino ha anche emesso un’'ordinanza di divieto di utilizzo dell'acqua in alcuni tratti dell'Arrone e del Rio Palidoro".
Com'è andata: il furto I ladri nella notte della bomba d'acqua che ha colpito Roma e il Lazio la scorsa settimana hanno bucato la condotta in quattro punti, a Palidoro, Maccarese, Torrimpietra e Fiumicino, in quest'ultimo caso senza riuscire. Volevano fare il pieno di carburante destinato agli aerei, migliaia e migliaia di litri da rivendere al mercato nero. Ma qualcosa è andato storto, e il cherosene è uscito inondando campi e canali della bonifica nell’area protetta della riserva del litorale romano.
Ruba cibo per i suoi gatti: patteggia diciotto mesi
Una carpigiana 56enne nota per il suo “vizietto” è scoperta al Borgogioioso Aveva una spesa di 600 euro di merce comprese tante scatolette per mici di Carlo Gregori
Ci sono furti e furti, anche al supermercato. Questo è stato fatto per amore dei gatti. Ed è finito male per l’autrice, una carpigiana 56enne: dati i nutriti precedenti, il giudice ha accolto il patteggiamento a diciotto mesi di carcere. È successo ieri al termine di un processo per direttissima davanti al giudice Domenico Truppa. La donna, difesa dall’avvocato Luca Artioli, è conosciuta dalle forze dell’ordine per il suo vizietto seriale. Questa volta è entrata in azione al centro commerciale Borgogioioso per mettere assieme il pranzo e la cena per sé e per i suoi mici. Così è passata da uno scaffale all’altro riempiendo il carrello della spesa. Tanti prodotti alimentari di uso comune ma soprattutto tante scatolette di cibo per i suoi gatti.
Quando è arrivata alla cassa, non ha pagato. Ma l’ha notata una guardia in servizio al supermercato che l’ha fermata. Al termine del controllo, è risultato che aveva con sé merce per un valore di quasi seicento euro.
La sorveglianza del Borgogioioso ha chiamato i carabinieri e la donna è stata accompagnata fuori.
Identificata, è risultato che aveva già commesso altri furti analoghi. Accusata di furto aggravato, il suo fascicolo è stato subito girato al magistrato di turno in Procura. Ieri mattina si è tenuta l’udienza per direttissima, tenuta a porte chiuse, dopo la convalida del suo fermo. È emersa che parte ingente della refurtiva non era neppure destinata a lei ma a i suoi gattini: per loro si è esposta a rubare le scatolette di pregiate miscele di carni che non aveva alcuna intenzione di pagare.
Pubblica accusa e difesa sono arrivati a un accordo per patteggiare un anno e sei mesi di carcere, pena sospesa. Il giudice l’ha ammonita ricordandole che è l’ultima sentenza mite: per lei la condizionale è bruciata.
Cascina Melegnanello di Mediglia, in un ex ricovero per trattori realizzato un rifugio speciale gestito interamente da volontari
Era un vecchio ricovero dei trattori, oggi è un’oasi per i gatti. In uno spazio immenso, a misura di felino, con casette-cuccia collocate ad altezze da brivido, un parco-giardino pieno di rifugi dove nascondersi e riposare e anche alberi dove arrampicarsi per osservare il mondo, lontano dagli scocciatori, vivono 240 mici. Abbandonati, recuperati da altri gattili, arrivano da tutta la regione. L’oasi dei gatti di Mediglia, «Miagolandia», sta diventando un modello anche per molti Comuni. Non gode di sovvenzioni, ma si autofinanzia e sopravvive grazie alle donazioni. A gestirlo sono oltre 30 volontari, che al sabato è facile trovare riuniti per le pulizie straordinarie. La peculiarità di questa oasi è la totale assenza di gabbie: gli ospiti del rifugio hanno a disposizione, in un ambiente caldo e accogliente, stanze e ampi spazi e libertà di movimento. Per gli animali affetti da leucemia felina c’è uno spazio ad hoc altrettanto ampio e con giardino incluso. Miagolandia ha aperto da poco più di un anno e la media di adozioni annuali è già vicina a 500. Numeri da record.
C’è lo spazio quarantena, per ii mici al loro arrivo, e la nursery per le mamme con i piccoli; l’ex ricovero dei trattori è diventato uno spazio allestito in modo spartano, modellato sui principi etologici che mirano al benessere dei gatti che, per esempio, amano l’altezza. Ed ecco (nella foto di Nicola Vaglia) semplici cassette installate sui quattro muri della grande stanza principale, a diverse altezze, e in basso dei fori tondi nel muro, tunnel attraverso i quali gli ospiti possono entrare e uscire dall’oasi.
A dare il via al sogno dell’oasi è stata Elisabetta Mascheroni, che con il marito gestisce un’azienda agricola: 53 anni, una gran parte della vita trascorsa negli Usa, aveva già aperto un rifugio ma dovendo trasferire l’attività a Mediglia ha subito immaginato di riconvertire il ricovero trattori. «È isolato dal resto della cascina, ha uno spazio verde a disposizione, altro spazio per parcheggiare, è perfetto. In tre mesi, con due operai, l’abbiamo trasformato.
Il progetto? Tutto fatto in casa, essenziale, con riscaldamento a pavimento, una buona coibentazione, superfici facili da lavare. Abbiamo una rete di amicizie con altri gattili, primo fra tutti Mondogatto San Donato».
Romina Power lancia la campagna contro la sperimentazione animale
Animalisti italiani onlus, con l'ausilio della cantante come testimonial, pretende che l'Europa dia seguito alla petizione per fermare la vivisezione che ha raccolto oltre un milione di firme
Roma, 2 novembre 2014 - L'altra mattina, presso il Caffè Letterario di Via Ostiense 95 a Roma, l’Associazione Animalisti Italiani Onlus, con testimonial Romina Power, ha lanciato la sua nuova Campagna contro la sperimentazione animale. Dopo essersi schierata contro l’uso delle pellicce nel 2010, la nota attrice e cantante torna a collaborare con gli Animalisti Italiani Onlus per dar voce a chi voce non ha: gli animali. “Romina ha sempre dimostrato un’elevata sensibilità nei confronti delle cause animaliste” – dichiara Walter Caporale, Presidente dell’Associazione Animalisti Italiani Onlus – Siamo veramente felici che sia portavoce di un’altra delle nostre grandi battaglie: fermare la sperimentazione animale. Ormai è assodato che il modello animale per curare l'uomo non è affidabile e che ci sono dei metodi più accurati per ottenere risultati scientifici. Con questa Campagna lanciamo una petizione per chiedere alla Commissione Europea di attuare subito le richieste di Stop Vivisection, fermando questo sterminio legalizzato”.
Stop Vivisection è un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ECI) che ha raccolto più di 1.200.000 firme certificate volta a giungere a un cambiamento di paradigma nella ricerca biomedica e tossicologica: chiede la fine di quella pratica barbara e insensata di sottoporre milioni di animali a grandi sofferenze e alla morte per testare le sostanze chimiche tossiche per l’uomo.“La vivisezione, meglio nota come sperimentazione sugli animali, deve essere abolita” afferma Romina Power, testimonial della Campagna - “È una pratica inutile, antiscientifica e dannosa per l'uomo, oltre che crudele ed immorale. Dobbiamo salvare milioni di cani, gatti, scimmie, topi, conigli che ogni anno nel mondo vengono uccisi nel segreto dei laboratori. Esistono Metodi Alternativi all'uso di animali che vogliamo promuovere ed incentivare".
Durante la conferenza stampa di presentazione è stato mostrato in anteprima lo Spot tv che Romina Power ha girato con in braccio Jack, un beagle salvato proprio dalla vivisezione. Lo slogan della Campagna, curata dall’Agenzia Pubblicitaria Concept06 di Silvia Bertolissi con la collaborazione di Arti Grafiche Agostini di Sabrina Agostini, è FELICITA’, E’ IL DIRITTO ALLA VITA E ALLA LIBERTA’. Il riferimento evidente è a uno dei più grandi successi della Power con Al Bano, a pochi giorni dall’inizio del tour europeo con cui la coppia d’oro della musica italiana tornerà a far cantare i fan di tutta Europa.
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