Ligabue: "Il pellicciotto? Uno scherzo" e fa pace con gli animalisti
Centopercentoanimalisti accoglie la marcia indietro del cantante dopo le contestazioni dei giorni scorsi. Liga: "Non ho mai indossato pellicce in passato e non lo farò mai in futuro"
Per contatti con la nostra redazione: animali@quotidiano.net
Roma, 5 dicembre 2014 - "Un po' di chiarezza sulla questione pellicciotto". Apre così la precisazione di Luciano Ligabue sulla propria pagina di facebook a proposito delle critiche da parte degli animalisti in relazione alle immagini del video della canzone "Siamo chi siamo", brano dell'album "Mondovisione", dove appunto l'artista indossa anche un pellicciotto. "Più di tre mesi fa abbiamo deciso di girare un video" su quella canzone - spiega il Liga - Volevamo un filmato leggero, che fosse capace di strappare un sorriso e allora ho deciso di mettermi in gioco chiedendo alla costumista di trovare gli abbigliamenti più balordi e assurdi che avrebbe potuto. E così per la prima volta in vita mia ho indossato boa di struzzo, salopette, giacche fluorescenti, cappelli, occhiali colorati anni sessanta e, per l'appunto, un pellicciotto. L'unico capo già indossato, a ricordare la mia tamarraggine primi anni '90, era un gilet thailandese. Il risultato voleva essere 'volutamente buffo'". Il video è piaciuto a tantissimi, sottolinea Ligabue, "soprattutto perché, conoscendomi, ognuno ha capito la giocosità di quella situazione. Penso che se qualcuno avesse mai la malsana idea di comprare un pellicciotto, vedendo quanto ridicolo risulti addosso a me, se ne guarderebbe bene dal farlo. Detto questo - conclude l'artista - per lo stesso motivo per cui non ne ho mai indossato uno in passato (se non per il gioco di questo video) è evidente che non lo farò mai in futuro. Non fosse altro perché il mio (eventuale) cattivo gusto non arriva a tanto".
E sulla vicenda, a integrazione, interviene anche Claudio Maioli, il manager di Ligabue, sottolineando, "viste le insinuazioni di questi giorni", che l'artista "non ha nessun contratto commerciale o di sponsorizzazione con alcuno stilista". Immediata la risposta del gruppo Centopercentoanimalisti che, nei giorni scorsi, aveva contestato la performance del cantante.
"Accogliamo con piacere e soddisfazione le dichiarazioni di Ligabue, sulla vicenda della pelliccia indossata nel suo videoclip. E soprattutto ci fa piacere la sua dichiarata avversione per le pellicce, e l’impegno a non indossarne più. E’ vero che le sue giustificazioni sono assai deboli: per lui è stato solo un gioco. Per gli animali uccisi, no. Poteva arrivarci anche da solo, dirà qualcuno. Ma quello che importa è che la vicenda si sia trasformata in una colossale pubblicità contro la pelliccia", recita la nota del gruppo padovano.
"L’indumento che gronda sangue ne è uscito distrutto, e con lui gli stilisti che lo propongono e quanti lo comprano o lo indossano. Liga si è reso conto dell’errore, e ne ha fatto ammenda pubblicamente", prosegue il comunicato. "Da notare, ancora una volta, come i militanti di Centopercentoanimalisti siano stati gli unici a sollevare la questione, e ad agire prontamente con blitz mirati ed efficaci. Mentre “altri” non se ne erano neppure accorti…. Il commercio delle pellicce è una delle peggiori fonti di sfruttamento, sofferenza e morte per milioni di animali. Fatti nascere con la violenza, tenuti in gabbie allucinanti per una breve vita di dolore, assassinati in modo atroce e poi scuoiati. Il tutto solo per l’avidità di guadagno, e per soddisfare la stupida vanità di umani senza sensibilità né buongusto.Ben vengano le prese di posizione di Liga contro la pelliccia, questa è la via giusta che condividiamo", conclude la nota di Centopercentoanimalisti.
Per contatti con la nostra redazione: animali@quotidiano.net