venerdì 26 luglio 2013

Aveva chiuso tre cani nel furgone,uno è morto, 29enne denunciato

Il giovane, di Granaglione, aveva lasciato nel veicolo gli animali legati a una catena. I Carabinieri, allertati da una segnalazione, sono intervenuti: tentando di scappare uno è rimasto strangolato. I due sopravvissuti sono stati medicati e trasferiti al canile di Bologna

Un ventinovenne, di Granaglione, è stato denunciato per maltrattamento di animali. E’ accaduto nella serata di giovedì, quando il 112 ha ricevuto una segnalazione che, in via Yuri Gagarin, a Bologna, erano stati rinvenuti tre cani, uno morto, uno in fin di vita e un altro vivo nell’abitacolo di un furgone marca Mercedes.

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Giunti sul luogo, i Carabinieri si sono trovati di fronte una scena raccapricciante: due bestie erano legate al collo da una catena che fuoriusciva dal finestrino dello sportello anteriore destro del veicolo. Un cane era morto a causa di un’asfissia da impiccagione, mentre l’altro respirava affannosamente e appariva in gravi condizioni.

I militari, aiutati dal Nucleo Guardie Zoofile, hanno liberato l’animale tranciando la catena che lo stava soffocando. Anche il terzo cane, che appariva in buone condizioni di salute, è stato liberato. La responsabilità dei fatti è ricaduta sul ventinovenne, proprietario dei tre cani e noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti di polizia. Il ragazzo, in compagnia di una ventunenne di San Giovanni in Persiceto, nonché proprietaria del
furgone, si era allontanato dal mezzo senza preoccuparsi di mettere in sicurezza le povere bestie che, nel tentativo di fuggire dal veicolo, sono rimaste impiccate dalla catena che avevano al collo.

I cani sopravvissuti sono stati trasportati prima presso una clinica veterinaria di Zola Predosa per essere sottoposti alle cure mediche, poi presso il canile comunale di Bologna.

martedì 23 luglio 2013

Firenze, è nato Ippo metà asino metà zebra

Il piccolo, nato tre giorni fa, è uno zonkey, unico esemplare in Italia
Ippo nella fattoria (Foto Ansa)
Ippo nella fattoria (Foto Ansa)
 
 

Firenze, 22 luglio 2013 - E' nato in un allevamento privato e lo hanno chiamato Ippo: è un esemplare di zonkey, un raro incrocio fra una femmina di asino e un maschio di zebra. E' successo a Firenze, in un vivaio i cui titolari hanno destinato un'area alla custodia degli animali sequestrati dalle forze dell'ordine.

Ci sono anche anche un cammello, pappagalli, dei pony.  Ippo è nato tre giorni fa. La madre è un asino dell'Amiata - esemplare di una specie in via di estinzione affidato alla struttura fiorentina per garantirne la riproduzione - il padre è una zebra, sequestrata anni fa a uno zoo.
I gestori della struttura, la famiglia Aglietti, ha fatto un ricerca su internet: <Ippo è l'unico esemplare di zonkey in Italia - spiegano - Dovrebbe essercene un altro in Germania, uno in Cina e uno in Georgia>.

L'accoppiamento non è stato voluto <ma tempo fa - racconta Serena Aglietti, proprietaria del vivaio - la zebra ha scavalcato il recinto e ha trovato l'asina, così...''.  Il padre di Serena, Massimo, ha iniziato a custodire animali una ventina di anni fa, per salvare dalla macellazione un cavallo dell'ippodromo.

Per contatti con la nostra redazione: animali@quotidiano.net

lunedì 22 luglio 2013

Cani nei recinti, in casa peggio che nei canili: la denuncia di Essere Animali


Ci sarebbe "un imminente tentativo di modifica della recente legge che impone ai proprietari che detengono cani all’interno di recinti le stesse dimensioni previste nei canili". Una proposta che andrebbe ad intaccare il benessere dei nostri amici a zampe. E' quanto denuncia attraverso una nota l'associazione Essere Animali. "Una crudeltà - sbottano gli animalisti - e anche un ovvio controsenso che alcuni consiglieri del PD e del PdL proporranno martedì 23 luglio durante la seduta dell’Assemblea Legislativa dell'Emilia Romagna".

LA LEGGE REGIONALE DEL 29/3/2013 VIETA LA CATENA come strumento di detenzione dei cani, ottenuta inseguito alla mobilitazione conseguente allo sciopero della fame dell’attivista ravennate Davide Battistini. Inoltre fissa dei parametri minimi per tutti quei proprietari che detengono cani all’interno di recinti. Ovvero prevede  almeno 10 mq a disposizione (di cui almeno il 30% al coperto) a condizione che il cane abbia anche la possibilità di passare del tempo in almeno 150 metri quadrati di giardino recintato; e almeno 20 mq a disposizione qualora non sussista quest’ultima condizione

IN VISTA RICHIESTA CANCELLAZIONE ARTICOLO DI LEGGE. Le misure previste dalla legge, raccontano gli attivisti: "Sono state a nostro avviso giustamente equiparate a quelle già vigenti per i canili, dove si presuppone che per la concentrazione di animali ospitati queste siano atte a garantire il minimo soddisfacimento delle necessità etologiche di questi animali. E’ illogico che ora consiglieri del PD e del PdL tentino di eliminare questo articolo, legittimando un controsenso che permetterebbe a privati proprietari di cani di detenerli in condizioni peggiori rispetto a quelle che appunto i canili sono tenuti a rispettare”, afferma Francesco Ceccarelli, coordinatore delle attività di Essere Animali."


Dagli animalisti è stato dunque lanciato un appello per chiedere ai componenti dell’Assemblea Legislativa di non approvare l'emendamento. "E' assurdo - conclude Montuschi Simone, portavoce dell’associazione - che la prima regione in Italia ad aver adottato il divieto di detenzione dei cani alla catena poi non garantisca di conseguenza adeguati parametri per i box. Considerando che le esigenze dei cani così come di tutti gli altri animali vanno oltre le semplici necessità fisiologiche ma investono peculiarità fisiche, come il diritto al movimento, o psicologiche, come il poter socializzare, una vita trascorsa in un recinto è già inevitabilmente densa di privazioni. Inammissibile dunque che si voglia anche peggiorare questa situazione”.

sabato 20 luglio 2013

Vacanze con gli animali Ecco il kit dell'estate

Perché la vacanza sia bella anche per gli animali, oltre che rispettosa delle spiagge e dei mari, arriva l'iniziativa della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente 
Vacanze serene con i nostri amici quattro zampe
Vacanze serene con i nostri amici quattro zampe


Milano,18 luglio 2013 - E' tempo di viaggi, di caldo e di mare. E perché la vacanza sia bella anche per gli animali, oltre che rispettosa delle spiagge e dei mari, la Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente ha presentato il kit "estate serena per tutti".
Innanzitutto, un utilissimo vademecum per tutti coloro che vogliono trascorrere le ferie in compagnia del proprio pet, con le regole per prevenire i colpi di calore dei nostri amici a 4 zampe. A soffrire le alte temperature non siamo solo noi, infatti, ma anche cani e gatti. E se non vogliamo privarci della loro compagnia anche in vacanza è bene adottare una serie di accorgimenti per alleviare la calura: acqua e ombra sempre a disposizione, evitare passeggiate nelle ore più calde, proteggere le parti più delicate con creme solari ed evitare nel modo più assoluto di lasciarli chiusi in auto anche per pochi minuti.

Inoltre, sul portale ufficiale della Federazione, all'indirizzo www.vacanzea4zampe.info , chi desidera trascorrere le vacanze con il proprio amico a quattro zampe, potrà trovare tutte le informazioni necessarie per pianificare al meglio i propri spostamenti: un'offerta di migliaia di strutture tra hotel, ristoranti, bed & breakfast, bar, campeggi, residence che accolgono gli animali domestici - con il dettaglio dei servizi a loro dedicati - unitamente ad una precisa mappatura delle spiagge pubbliche e degli stabilimenti balneari dove portare al mare il proprio cane. E ancora, sempre sul portale "vacanze a 4 zampe", una guida pratica, realizzata con il patrocinio del Ministero della Salute, per sapere tutto ciò che serve prima di mettersi in viaggio: la normativa per l'espatrio, le regole per il trasporto degli animali, le profilassi vaccinali richieste all'estero, e tanti utili consigli per non incorrere in spiacevoli inconvenienti.

"Con l'iniziativa di oggi -ha spiegato l'on. Michela Vittoria Brambilla presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente - vogliamo offrire ai tanti cittadini che questa estate si sposteranno con il proprio animale, un punto di riferimento completo e di facile consultazione per tutte le esigenze che si possono presentare, così che la vacanza sia davvero serena per tutta la famiglia, cani e gatti compresi. Ma non solo. Lanciamo un appello a tutti coloro che frequenteranno le spiagge e le località di vacanza italiane perché siano attenti e rispettosi anche dell'ambiente".
Il secondo vademecum presentato oggi, "Spiagge e mare puliti per tutti" , raccoglie infatti i suggerimenti più utili su come salvaguardare il patrimonio naturale delle nostre coste, dalla tutela degli animali marini, ai limiti da rispettare con le barche a motore, al tipo di creme solari da usare. Insomma, quanto serve per una vacanza serena ed ecologica. "Molto spesso si sottovaluta l'importanza di un singolo gesto" - spiega l'on. Michela Vittoria Brambilla - Gettare a terra una buccia di arancia, un fazzoletto di carta, una sigaretta sono comportamenti tutt'altro che innocui e la Terra impiega diversi anni per rimediare". Basti pensare ai tempi di decomposizione di ciascun tipo di rifiuto: fazzolettino di carta- 3 mesi; mozzicone di sigaretta- da 1 a 5 anni; bucce di arancia o banana- oltre 2 anni; gomma da masticare- 5 anni; cannuccia-da 20 a 30 anni; accendino di plastica- da 100 a 1.000 anni; bottiglia di vetro-1000 anni; bottiglia di plastica - mai completamente. O ricordare che da sole le cicche di sigaretta (in Italia ne disperdiamo 72 miliardi all'anno), i mozziconi di sigaro e residui del packaging del tabacco rappresentano il 40 per cento dei rifiuti marini.
"A farne le spese è certamente l'ambiente, - continua l'ex Ministro Brambilla - ma non possiamo sentirci estranei al processo di distruzione di ciò che ci circonda. Dobbiamo assumerci la responsabilità individuale, prim'ancora che collettiva, di preservare la natura e le specie animali e vegetali. E per farlo basta davvero poco: prestare un po' più di attenzione ai piccoli gesti quotidiani ed essere disposti a cambiare le abitudini sbagliate e dannose per l'ecosistema in cui viviamo."

Sul sito www.vacanzea4zampe.info sarà possibile consultare tutto il materiale proposto nel kit "estate serena per tutti".

mercoledì 17 luglio 2013

Cani e gatti: il 30% soffrono di obesità

Come negli esseri umani, anche fra gli animali domestici diventano sempre più frequenti i casi di obesità. Cani e gatti mangiano troppo, proprio come i loro padroni: il 30% dei cani e gatti italiani sono obesi. A volte la malattia è causata dall’ipotiroidismo o da trattamenti con farmaci cortisonici. Ma nel 99% dei casi la causa è il padrone che non fa muovere abbastanza l’animale e lo rimpinza di qualsiasi genere di cibo. 

I proprietari degli animali domestici devono nutrire i loro animali in maniera equilibrata, senza esagerare con le dosi di croccanti e scatolette e tenendo bene a mente che l’animale non è un’alternativa al bidone dell’organico, come purtroppo molti padroni poco avveduti pensano. 
Se tre animali su dieci hanno problemi di obesità, il problema è la cultura - assimilata in decenni di vacche grasse – per cui più si mangia e meglio si sta. 
 
Non è così, anzi, più i nostri cani e i nostri gatti mangiano, maggiori sono le possibilità che gli animali sviluppino malattie quali il diabete mellito, l’artrite e patologie muscolo-scheletriche come le classiche zoppie croniche dei cani sovrappeso. E anche cani e gatti soffrono di patologie cardiache e respiratorie e di pressione alta. 
Per molti animali il cibo è anche un modo per attirare l’attenzione dei padroni. 
La cosa migliore è consultarsi con il veterinario e capire quanto e quando l’animale deve mangiare. La razione giornaliera va divisa in due o tre pasti. E basta. Niente bocconi durante il giorno. Un po’ di buon senso e poche calorie. Per tenerli insieme a noi il più a lungo possibile.

martedì 16 luglio 2013

Adottiamoli.it, nuovo portale per salvare cani e gatti

Adottiamoli.it è il nuovo portale online che permetterà agli ospiti di tutti i canili e gattili d’Italia di incontrare lo sguardo di migliaia di persone che, in caso di interesse, potranno inviare una richiesta di informazioni e di appuntamento per un’adozione
Violenza sugli animali: una piaga
Violenza sugli animali: una piaga


Milano, 8 luglio 2013 - Seicentomila, secondo i dati di Lav (Lega Anti Vivisezione) e Gaia Animali & Ambiente, sono i cani ricoverati nei vari rifugi d’Italia. Dei gatti non esiste nemmeno un censimento, ma i mici sono almeno centomila. In loro aiuto ora c’è adottiamoli.it, il nuovo portale online dedicato alle adozioni. Permetterà agli ospiti di tutti i canili e gattili d’Italia di incontrare lo sguardo di migliaia di persone che, in caso di interesse, potranno inviare subito una richiesta di informazioni e di appuntamento per un’adozione.

Il servizio, totalmente gratuito, è pensato per facilitare un’adozione meditata e consapevole, che tenga conto delle caratteristiche attitudinali e comportamentali dei quattro zampe, in modo da assicurare fin dai primi passi di questo percorso la consapevolezza della scelta che si sta compiendo. I musetti dei micini Dino di Verona e Daly di Cosenza, dei giovani cagnetti Alan di Bergamo, Venere di Milano, Misha di Andria e di tutti i quattro zampe registrati sul portale sbucheranno dallo schermo, con le loro storie e i precisi riferimenti di contatto.

Adottiamoli.it vuole dare una chance in più ai troppi cani e gatti che languono dietro le sbarre di tanti box”, dichiara Adriano Majerna, direttore di Pets&thecity. “A questi ergastolani senza colpe, vogliamo aprire le gabbie e offrire loro tante adozioni responsabili”. Al portale hanno già dato la propria adesione le maggiori associazioni animaliste italiane: dall’Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, dalla Lav a Gaia a tante piccole ma fondamentali realtà di volontariato sparse su tutto il territorio. Con adottiamoli.it hanno un importante strumento in più a disposizione nella lotta al randagismo.
Gli animali di ogni specie abbandonati ogni anno in Italia sono circa 100.000. Il randagismo è un fenomeno prevalentemente del Centro-Sud Italia.

lunedì 15 luglio 2013

San Diego, stop alla vendita di animali nei negozi





San Diego, stop alla vendita di animali nei negozi

La città californiana ha vietato l'acquisto di animali domestici nei negozi che si riforniscono dalle "catene di montaggio" di animali, dove gli esemplari vengono tenuti in pessime condizioni

Importante decisione presa dalla città di San Diego, che ha deciso di vietare la vendita di animali domestici nei negozi a loro dedicati. Lo stop è stato sancito lo scorso martedì dal Consiglio cittadino, che segue così l'esempio di Los Angeles, la metropoli più grande degli Stati Uniti a imporre questa restrizione.

La novità riguarda l'acquisto di cani, gatti e conigli, che d'ora in poi potranno essere prelevati esclusivamente da canili, gruppi di recupero senza scopo di lucro o associazioni che si occupano della salvaguardia di questi animali. Il divieto è stato approvato all'unanimità dal Consiglio e dovrebbe effettivamente entrare in vigore entro 30 giorni, come riporta l'edizione americana dell'Huffington Post.
 
http://www.tgcom24.mediaset.it/animali/articoli/1105917/san-diego-stop-alla-vendita-di-animali-nei-negozi-per-fermare-le-puppy-mills-.shtml

L'obiettivo è quello di mettere un freno a quelle che negli States sono state ribattezzate "puppy mills", ovvero vere e proprie fabbriche di animali. In queste strutture si "producono" cuccioli in continuazione, di ogni razza, attraverso trattamenti che permettono agli esemplari più grandi di accoppiarsi a ritmi sostenuti, tenuti in condizioni approssimative e di scarsa igiene. I piccoli vengono poi spediti come pacchi postali ai fututi padroni, che forse ne ignorano la reale provenienza. Nel tentativo di fermare questo fenomeno, a San Diego ora i negozi di animali dovranno esporre certificati che comprovino l'origine degli esemplari; contemporaneamente il tentativo è quello di diminuire il numero degli animali presenti nelle strutture di accoglienza, trovando una casa a randagi o cani e gatti abbandonati.

sabato 13 luglio 2013

"La corrida non è patrimonio

Corrida (Foto Reuters)
Corrida (Foto Reuters)

Roma, 12 luglio 2013 - Andrea Zanoni firma una lettera dell'Intergruppo Benessere e Conservazione degli Animali al Parlamento europeo indirizzata alla commissione cultura del parlamento spagnolo per chiedere di rinunciare a dichiarare la corrida un patrimonio culturale della Spagna.

<I deputati spagnoli facciano una scelta di civiltà. Basta alla corrida e basta finanziarla con i soldi dei cittadini europei e spagnoli>. <A nome dell'intergruppo Benessere e Conservazione degli Animali al Parlamento europeo esprimiamo seria preoccupazione per il disegno di legge 120/000005 che prevede l'istituzione della corrida come un patrimonio culturale spagnolo attualmente al vaglio del parlamento nazionale>, si legge nella lettera inviata dall'Interguppo Benessere e Conservazione degli Animali al Parlamento europeo alla commissione cultura del parlamento spagnolo.
<Consideriamo la corrida uno spettacolo crudele che non solo infligge una morte lenta e dolorosa a migliaia di tori ma desensibilizza le persone, compresi i bambini, alla violenza e allo spargimento di sangue>.

<Inoltre reputiamo inammissibile che una simile pratica riceva sovvenzioni pubbliche, una possibilità invisa alla maggioranza degli stessi spagnoli, come testimonia un recente sondaggio Ipsos MORI - aggiunge Zanoni. A questo si aggiungono i fondi europei che, secondo un altro studio condotto da ERC/Catalonia Sí, finirebbero all'allevamento di questi poveri animali destinati poi a morire sotto tortura>.

<Avete l'occasione di fare veramente qualcosa per il benessere di questi animali nel vostro Paese e di mandare un forte messaggio che gli spagnoli non tollerano più simili episodi di violenza insegnando in questo modo ai più giovani ad amare gli animali invece che a maltrattarli>, si legge ancora nella lettera. <Voglio precisare che si tratta di uno degli spettacoli più truci di sempre, dove l'agonia e la sofferenza di un animale diventa spettacolo ed intrattenimento – conclude l'eurodeputato – Mi auguro che i membri della commissione cultura del parlamento spagnolo facciano una scelta di civiltà e cestinino per sempre il disegno di legge 120/000005>.
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lunedì 8 luglio 2013

Il 68% degli italiani vorrebbe proibire i delfinari

Roma, luglio 2013 - Lav e Marevivo lanciano in Italia la campagna europea SOS DELFINI con il sito internet dedicato www.sosdelfini.org , in occasione della Giornata mondiale contro la cattività dei mammiferi marini, oggi 4 luglio:  <In Italia i delfinari non hanno alcuna funzione educativa né scientifica o di conservazione della specie, ovvero non rispettano queste caratteristiche obbligatorie per legge, facendo invece spettacolo: un inganno che i potenziali visitatori devono conoscere e a cui dobbiamo mettere fine, a tutela degli animali imprigionati in questa inaccettabile, forzata cattività>, affermano LAV e Marevivo.

Il tradimento della funzione "scientifica-educativa" da parte dei delfinari è confermato da un'investigazione svolta dalla LAV, che ha messo in luce le violazioni delle disposizioni dettate dal Decreto Ministeriale 469/2001 in materia di condizioni per il mantenimento in cattività dei delfini Tursiopi (i Tursiops Truncatus sono la specie normalmente utilizzata nei delfinari per la sua intelligenza), requisiti minimi, sistemazione, comfort e benessere animale, equipaggiamenti all'interno delle vasche e loro costruzione e mantenimento, prevenzione di stress e/o danni ai delfini Tursiopi, manipolazione e addestramento.

Su queste irregolarità la LAV si riserva di adire le vie legali. L'investigazione, svolta la scorsa estate, ha riguardato i delfinari attivi in Italia, ovvero il Delfinario di Fasanolandia (Fasano, Brindisi), Zoomarine (Torvajanica, Roma), il Delfinario di Oltremare (Riccione), il Delfinario di Rimini, Gardaland (Verona) il cui delfinario però è stato successivamente chiuso alla fine del 2012, dopo non pochi decessi di delfini (Hector, Violetta e Tango, per citarne alcuni) per gravi carenze nella gestione, nell'alimentazione e nel superlavoro richiesto loro, soprattutto durante la stagione estiva. Il parco non è però rimasto senza animali in quanto ha aperto un Sea Life Acquarium.
Presso l'Acquario di Genova, che già detiene alcuni delfini che però non vengono fatti esibire, è prevista la costruzione di un grande delfinario. Al fianco di LAV e Marevivo per lanciare l'appello SOS DELFINI, l'attore Giorgio Panariello e la presentatrice Licia Colò che hanno realizzato un breve spot per www.sosdelfini.org , a sostegno della campagna europea promossa dall'associazione spagnola Faada e realizzata in collaborazione con Born Free Foundation.

<Per ogni delfino che sopravvive in un delfinario, la maggior parte muore nel tentativo di adattarsi - spiegano Giorgio Panariello e Licia Colò - La vita in cattività è fonte di stress e depressione, tanto che a volte è necessario dare loro tranquillanti e farmaci. Il pubblico che visita i delfinari, dove gli animali sono sottoposti ad addestramenti e costretti a fare spettacoli, a nuotare con le persone, a subire rumori molesti, non può continuare a ignorare questa sofferenza>.
<Consegneremo l'investigazione al Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando sollecitandolo a prendere atto delle violazioni documentate, talmente evidenti da rendere inevitabile la chiusura dei delfinari in Italia>, affermano LAV e Marevivo.

L'opinione pubblica disapprova questa forzata cattività: il 68% degli italiani vorrebbe proibire i delfinari in Italia, ritenendo che non contribuiscano affatto alla conservazione della biodiversità e dell'ambiente, lo rivela un sondaggio IPSOS commissionato da One Voice, associazione animalista francese.

Il campione ha coinvolto quattro Paesi europei: Italia, Francia, Spagna e Germania. L’81% degli italiani intervistati ha ammesso che i delfini sono più felici in natura e il 73% si è dichiarato contrario alla cattura dei delfini in natura per destinarli ad una vita in cattività nei delfinari o nei parchi di divertimento, fino ad arrivare al 96% degli italiani che si augura che in futuro la cattura dei delfini per essere esibiti nei delfinari e nei parchi di divertimento sia proibita o strettamente regolamentata.

Secondo il 66% di intervistati italiani, inoltre, la cattività aumenta il tasso di mortalità dei delfini e il 71% degli italiani pensa che i delfinari non permettano di comprendere come gli animali vivano in natura.

La maggior parte degli intervistati, infine, ha visitato un delfinario o assistito a un'esibizione di delfini in un parco d'attrazioni (65% in Italia), il 58% dei quali negli ultimi 5 anni.
Alcuni Paesi hanno già adottato provvedimenti in favore dei cetacei:
Non detengono cetacei in cattività: Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lussemburgo, Polonia, Irlanda, Slovacchia, Slovenia, Regno Unito;

I seguenti Stati UE hanno una legislazione nazionale che vieta la detenzione di cetacei in cattività: Cipro, Ungheria e Croazia;

Altri Stati in UE: nel 2012 la Svizzera ha introdotto una legislazione per vietare i cetacei in cattività; nel mondo: India, Cile, Costa Rica e Israele non hanno introdotto una legislazione specifica sull'abolizione dei delfinari ma, di fatto, non hanno autorizzato per molti anni l'importazione di cetacei per fini espositivi.

Per vedere l'intervista doppia a Licia Colò e Giorgio Panariello:  http://youtu.be/JIn03bXafHM
Per contatti con la nostra redazione: animali@quotidiano.net

giovedì 4 luglio 2013

La Brambilla vuole chiudere i delfinari:

Delfini in cattività
 
Alla vigilia della Giornata mondiale contro la cattività dei mammiferi marini, in programma giovedì 4 luglio, l'ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, lancia un appello chiedendo di «non visitare i delfinari». «Costringere i mammiferi marini, creature intelligenti e sensibili, a vivere in vasche e ad esibirsi per il divertimento della folla è pura barbarie - spiega l'ex ministro Brambilla - Per questa ragione ho presentato una proposta di legge che vieta nel nostro paese la detenzione e l'addestramento di cetacei e porterebbe, se approvata, alla chiusura dei delfinari esistenti».

«NO AI DELFINARI» - Balene e delfini sono «animali molto intelligenti - ricorda la parlamentare del Pdl - che vivono in gruppi sociali complessi ed hanno bisogno di relazioni» e «separarli ancora piccoli dalle loro famiglie vuol dire infliggere loro un trauma gravissimo, in molti casi insuperabile». Da sempre in prima linea per la difesa dei diritti degli animali, Michela Vittoria Brambilla aggiunge: «Come se non bastasse questi poveri animali devono imparare ed eseguire "numeri da circo" di fronte a spettatori paganti. Non c'è da stupirsi se lo stress mentale, emozionale e fisico indebolisce il delicato sistema immunitario dei cetacei, li porta spesso alla malattia e alla morte. L'elevato indice di mortalità alimenta nuove catture in tutto il mondo, a volte con metodi particolarmente crudeli». Come dire: «La loro casa è l'oceano, non certo una vasca di 400 metri quadri per cinque esemplari e 100 metri quadrati per ogni esemplare aggiuntivo - sottolinea Brambilla - lo standard minimo fissato dalla normativa italiana, considerata "generosa"».

INTERVENGA LA POLITICA - Ricorda inoltre l'ex ministro Brambilla che «i delfinari sono a tutti gli effetti imprese commerciali e non dovrebbero ottenere permessi di importare cetacei, neppure vantando presunti "scopi scientifici" che al dunque si rivelano inesistenti». Eppure, continua la deputata animalista, «il regolamento europeo 338/1997 vieta l'importazione di cetacei nell'Unione per scopi prevalentemente commerciali». «Per questo – conclude Michela Vittoria Brambilla - faccio appello a tutte le forze politiche affinché sostengano la mia proposta di legge che vieta nel nostro paese la detenzione e l'addestramento di questi meravigliosi animali».

lunedì 1 luglio 2013

Una zampa stampata in 3D per Buttercup

Il papero nato con una malformazione all'arto sinistro grazie alla tecnologia potrà così camminare e nuotare
Buttercup quando era ancora paperotto
Buttercup quando era ancora paperotto
 
MILANO - Buttercup ("Ranuncolo") è un delizioso paperotto, nato il 9 novembre del 2012 in un laboratorio di biologia. Fin dalla nascita il piccolo non ha potuto camminare a causa di un difetto congenito alla zampa sinistra. Ora la sua condizione, peraltro dolorosissima, forse è finita grazie alla tecnologia e a una zampa artificiale realizzata con una stampante in 3D.
La nuova zampa 3D La nuova zampa 3D di Buttercup    La nuova zampa 3D di Buttercup    La nuova zampa 3D di Buttercup    La nuova zampa 3D di Buttercup    La nuova zampa 3D di Buttercup

UN DIFETTO DALLA NASCITA - La storia di Buttercup inizia a volgere verso un lieto fine quando Mike Garey, del Feathered Angels Waterfowl Sanctuary di Arlington nel Tennessee (Stati Uniti) decide di adottarlo per occuparsi del suo caso. Il «Rifugio per uccelli acquatici Angeli Pennuti» ha infatti la missione di aiutare uccelli d'acqua selvatici e domestici che spesso, dopo essere state acquistati come teneri pulcini, vengono abbandonati da adulti, non in grado di difendersi dai predatori e sopravvivere allo stato brado. Buttercup, come detto, era nato con una zampa ritorta all’indietro. E malgrado l'esercizio quotidiano a cui i suoi genitori umani lo hanno sottopost0 fin dall'inizio, che ha permesso alla zampa di girare parzialmente, il difetto non solo non gli permetteva una vita normale "da papero", ma gli procurava anche molto dolore. A febbraio dunque si decide di amputargli la zampa malata.

UNA ZAMPA STAMPATA IN 3D - Ma Mike non ha intenzione di fermarsi qui. Ed ecco che nella storia entrano in gioco il dottor Shannon McGee e la NovaCopy. Il veterinario e l'’azienda specializzata in tecnologie di stampa tridimensionale si mettono al servizio del papero gratuitamente per costruirgli una nuova zampa. La plastica comunemente usata per la stampa 3D non sarebbe stata adatta allo scopo, perché la zampa deve avere caratteristiche di flessibilità che il materiale non poteva garantire. E così, dopo svariati tentativi per arrivare al design perfetto, viene creato uno stampo che nei prossimi giorni sarà usato per produrre una zampa in silicone per il papero. Nel giro di un paio di settimane dunque Buttercup avrà la sua zampa nuova di stampa, e potrà finalmente camminare e nuotare con le altre papere negli stagni del Santuario. Se volete sapere come finirà la storia, potete seguirla sulla sua pagina Facebook.

venerdì 28 giugno 2013

Animali: primo cavallo risale a quattro milioni di anni fa

(AGI) - Londra, 28 giu. - La razza equina cosi' come la conosciamo oggi ebbe origine quattro milioni di anni fa. La scoperta arriva un campione di piu' di mezzo milione di anni fa trovato congelato nel permafrost dell'Artico canadese che ha, inoltre, fornito la piu' antica e completa sequenza del genoma di qualsiasi specie. La ricerca, pubblicata su Nature, spinge indietro le origini note della stirpe equina di circa due milioni di anni e produce una varieta' di spunti evolutivi. La sequenza e' stata rilevata dall'analisi di un osso del piede di un cavallo che ha vissuto tra 780 mila e 560 mila anni fa. Con il sequenziamento del genoma dell'animale, insieme a quelli di un cavallo di 43 mila anni fa, di cinque moderne razze di cavalli domestici, di cavallo di Przewalski e di un asino, i ricercatori sono stati in grado di tracciare la storia evolutiva della famiglia equina con dettagli senza precedenti.

cavallo-lusitano

    Si stima che l'antico antenato del moderno genere Equus, che comprende cavalli, asini e zebre, ebbe origine da altre stirpi animali circa quattro milioni di anni fa - il doppio del tempo ipotizzato in precedenza dagli scienziati. Lo studio e' stato condotto da Ludovic Orlando dell'Universita' di Copenaghen. Il team e' stato in grado di sequenziare il vecchio genoma grazie alle temperature di congelamento del terreno nella zona in cui e' stato trovato l'osso che avrebbero rallentato il tasso di decadimento del DNA. (AGI) .

http://www.agi.it/

mercoledì 26 giugno 2013

Romania, randagi massacrati per il turismo

A Mangalia, sul Mar Nero, il sindaco ordina la cattura dei randagi. Save the Dogs denuncia: «Li fanno sparire» Romania, randagi massacrati per il turismo
Cristian Radu, sindaco di Mangalia
Centinaia di cani randagi catturati e soppressi in nome del turismo. È quanto sta capitando a Mangalia, sul litorale rumeno appena a sud di Costanza, secondo la denuncia dell'associazione «Save the dogs». Il sindaco di Mangalia, Cristian Radu, ha disposto la cattura degli animali, sarebbero oltre 400, e gli animalisti spiegano che non si conosce il loro destino. Radu, in una recente intervista, aveva annunciato che sarebbero stati collocati in «canili appositamente attrezzati», ma di questi non esiste traccia.

martedì 25 giugno 2013

Legambiente denuncia abusi edilizio

Abusi edilizi, denunciati da Legambiente, in un'area del Comune di Porto Azzurro sulla quale la Provincia di Livorno ha autorizzato l'apertura di un Centro Recupero Animali Selvatici (Cras). Secondo i cittadini che si erano rivolti all'associazione ambientalista e gli stessi ambientalisti, "al posto di una casetta in legno autorizzata da Provincia di Livorno e dal comune di Porto Azzurro, per le finalità del Cras, in breve tempo nell'area sono sorte baracche e piattaforme in cemento e disboscamenti che hanno interessato circa 3.000 metri quadrati di zona a macchia, con lavori di allaccio di acqua e luce delle strutture che avrebbero interessato terreni privati confinanti".



Dopo le segnalazioni degli ambientalisti e le verifiche del Comune di Porto Azzurro, riferisce ancora Legambiente, "l'Ufficio tecnico del Comune" il 4 giugno ha emesso un'ordinanza per "demolizione e rimessa in pristino dei luoghi quo ante a carico dei due comproprietari del terreno".

"Il 5 giugno - scrive Legambiente - il Comune di Porto Azzurro ha scritto ad Enel e Procura della Repubblica di Livorno una comunicazione 'in merito alla diffida rimozione linea elettrica non autorizzata', nella quale si dice che agli atti del Comune risulta solo l'autorizzazione all'installazione di una recinzione e che 'a seguito di realizzazione di lavori abusivi, eseguiti in assenza di titolo autorizzativo l'Ufficio tecnico del Comune di Porto Azzurro il 4 giugno ha emesso un'ordinanza per demolizione e rimessa in pristinò". Legambiente Arcipelago Toscano, "torna quindi a chiedere a tutti gli enti che hanno autorizzato la realizzazione del Centro recupero animali selvatici di Porto Azzurro di prendere in maniera chiara e decisa le distanze da questa incredibile vicenda di abusi con la scusa di soccorrere gli animali e di ritirare tutte le autorizzazioni, realizzando un Cras gestito da persone che non si siano rese colpevoli di abusi edilizi".

http://www.gonews.it/articolo_207565_Legambiente-denuncia-abusi-edilizio-per-il-Centro-Recupero-Animali-Selvatici.html

sabato 22 giugno 2013

Biagio, avvelenato con l'antigelo

Mara Varoli
Biagio è stato avvelenato.  Qualcuno gli ha messo nella ciotola dell'acqua un barattolo di  antigelo. Ed è morto, in poche  ore, dopo aver sofferto tanto. Aveva otto anni ed era cresciuto nella campagna di Busseto con quattro bambini, in una  bella casa recintata. D'altronde,  Biagio era un labrador e come  tutti i labrador un cane che amava giocare, nonostante l'età. La sua triste storia  la racconta Marilina, la mamma di  quei quattro bambini, che ora  non si rassegnano all'idea di non  avere più in cortile il loro fidato e  divertente compagno di giochi.
«Da otto anni, Biagio viveva  nella nostra famiglia e amava  tanto il mare - racconta Marilina  -: veniva in campeggio con noi,  divideva i biscotti con i miei gemelli e le ragazze passavano pomeriggi interi in passeggiata.  Non posso dimenticare quando  giocava, anche con mio marito:  tutti volevano bene a Biagio. E  poi, l'arrivo dei gattini: sembra  strano, ma lui impazziva di gioia  quando gli si avvicinavano, tant'è che li curava e li leccava sempre. In otto anni, i ricordi sono  tanti e ora rimane la rabbia verso  una persona così cattiva, per il  dolore che ci ha causato».
 
Era venerdì, intorno alle 14.  Marilina era appena rientrata  dal lavoro: «Ho visto che il mio  cane non stava bene e cominciava ad accusare malori - continua -. Subito dopo, non riusciva  più a camminare: barcollava. Ma  è stato quando ha cominciato a  vomitare che ho pensato che poteva essere  stato avvelenato».  Chi lo ha fatto è entrato in una  proprietà privata, scavalcando il  cancello: ha raggiunto il labrador e gli ha versato il «veleno»  nella ciotola dell'acqua.  «Così -  prosegue Marilina - lo abbiamo  subito portato alla clinica veterinaria Jenner di Parma, ma purtroppo per Biagio non c'è stato  nulla da fare.  Dopo tanti tentativi per salvargli la vita e dopo  aver eseguito gli esami del sangue, i veterinari hanno scoperto   che era stato avvelenato con l'antigelo. Lo stesso che poi abbiamo  trovato nella sua ciotola dell'acqua».
 
Un veleno fatale, che non la scia speranze.  «Dopo 24 ore di  sofferenza - conclude Marilina -  abbiamo deciso a malincuore di  staccargli la spina e di acconsentire all'eutanasia». Per  Biagio è stata fatta regolare denuncia ai carabinieri contro quei  soliti ignoti che uccidono gli animali con le polpette  avvelenate, questa volta con l'antigelo. «Il suo ricordo resterà nel  nostro cuore - conclude Marilina  -, perché faceva parte della famiglia. Ti vorremmo sempre bene, caro Biagio». 

venerdì 21 giugno 2013

L'UE AVVERTE MALTA

L'UE AVVERTE: MALTA OSSERVATA SPECIALE PER LA CACCIA IN DEROGA

L'affondo del commissario all'Ambiente Potocnilk

L'UE AVVERTE: MALTA OSSERVATA SPECIALE PER LA CACCIA IN DEROGA
"La Commissione europea sta verificando se la caccia in deroga concessa a Malta rispetta la direttiva Ue sugli uccelli e per questo passerà in rassegna anche le relazioni delle associazioni ambientaliste. Ho già chiesto a Bird Life International e al Committee Against Bird Slaughter CABS di mandare a Bruxelles tutto il materiale raccolto che mostra senza il minimo dubbio come nell'isola ci sia un vero e proprio Far-West venatorio". Lo fa sapere Andrea Zanoni, eurodeputato e vice presidente dell'intergruppo per il Benessere e la conservazione degli animali al Parlamento europeo, dopo la risposta del commissario Ue all'Ambiente Janez Potocnik alla sua interrogazione parlamentare sulle deroghe alla caccia concesse dal governo maltese. "In caso di mancato rispetto delle condizioni suddette, la Commissione potrebbe vedersi costretta a proseguire l'azione finalizzata all'esecuzione della normativa Ue", si legge nella replica. "La sentenza della Corte C-76/08 (Commissione contro Malta) ha statuito che tra il 2004 e il 2007 Malta ha consentito la caccia primaverile in modo sproporzionato. Tuttavia la Corte ha lasciato aperta la possibilita' di una deroga limitata per la caccia primaverile alla tortora e alla quaglia in condizioni rigidamente controllate, in considerazione delle particolari circostanze prevalenti a Malta", ricorda il commissario Ue.
 

mercoledì 19 giugno 2013

Rondini e pipistrelli:
le zanzare sono sistemate

Batbox e nidi per il progetto ecologico Lipu nella sede della GdF


Roma, lotta agli insetti nel Centro logistico delle Fiamme gialle
Batbox sugli alberi nel Centro della GdF
Batbox sugli alberi nel Centro della GdF


Roma, 19 giugno 2013 - Di giorno provvedono gli uccelli, di notte i pipistrelli. Due armi “biologiche” tra le più efficaci e rispettose dell’ambiente e della salute umana nella lotta per sconfiggere le fastidiose zanzare.

A mettere in pratica il metodo, il più ecologico al mondo, è il Centro logistico della Guardia di Finanza di Roma, che ha realizzato, con la LIPU, un progetto sulla lotta biologica agli insetti. Nel Centro della Gdf - che si trova in un’ansa del Tevere a Roma all’interno del Grande raccordo anulare – sono stati installati dalla LIPU 40 rifugi (20 “bat-box” per pipistrello e 20 nidi artificiali per uccelli) con lo scopo di incentivare una presenza stabile, nel periodo riproduttivo, di rondini e balestrucci (noti divoratori di insetti) e quelle specie di pipistrelli più “specializzati” a vivere in ambienti urbanizzati, come il pipistrello albolimbato, il pipistrello di savi e il pipistrello nano (il più piccolo dei tre).
Batbox e nidi artificiali che riproducono in modo fedele quegli spazi presenti in natura (o negli edifici) dove queste specie si insediano facilmente per costruirvi il nido. I pipistrelli possono diventare alleati molto validi per la lotta alle zanzare. In una sola notte questi animali mangiano talmente tanti insetti da aumentare il proprio peso di una percentuale compresa tra il 25 e il 50 per cento.
Secondo alcuni calcoli i pipistrelli possono ingerire tra i 500 e i 5mila insetti a notte; di zanzare (o insetti di dimensioni simili) ne possono ingerire tra i 1.000 e i 2mila. Rondini e balestrucci, predatori diurni, possono invece inghiottire, in un solo giorno, una quantità di insetti pari a circa 170 grammi.
Accanto a bat box e nidi artificiali sono stati inoltre installati “rifugi” per attrarre altre specie golose di insetti: cinciarelle e cinciallegre, ma anche il pigliamosche e la ballerina bianca. I metodi chimici comunemente utilizzati per la lotta alle zanzare non solo non sono efficaci, ma risultano nocivi per la natura e per la salute dell’uomo: agendo solo sugli adulti (e non sulle uova e le larve) con cui vengono a contatto, rendono i superstiti di volta in volta più resistenti; eliminano i predatori naturali della zanzara perché le disinfestazioni, non essendo selettive, colpiscono tutti gli insetti, compresi quelli utili di cui si alimentano gli animali, come uccelli e pipistrelli; alterano l’ecosistema e inoltre inquinano le falde acquifere.
L’unica alternativa, dunque, è costituita dai rimedi naturali, che dovrebbero essere applicati a tutti gli stadi di sviluppo delle zanzare (uova, larve, adulti). Il progetto prevede, nel prossimo mese di settembre, un incontro sul tema pipistrelli per le famiglie, a cura del Centro recupero fauna selvatica LIPU a Roma.
Lo scopo sarà aiutare le persone a superare gli ingiustificati timori verso questi animali, che, al contrario, si rivelano anche molto utili per la nostra salute e persino affascinanti. Durante l’incontro si potranno vedere da vicino alcuni esemplari e assistere, in via eccezionale, al rilascio di alcuni giovani orfani ricoverati al Centro recupero LIPU, che in quel periodo saranno completamente svezzati e pronti per la liberazione.

Per contatti con la nostra redazione: animali@quotidiano.net

martedì 18 giugno 2013

Animali nei condomini

La Lav chiede ulteriori passi avanti: «Inseriamo i pet negli stati di famiglia»

Animali nei condomini, vietato vietarli

Da martedì si volta pagina: nessun regolamento potrà più impedire la presenza di cani e gatti negli appartamenti

La Lav chiede ulteriori passi avanti: «Inseriamo i pet negli stati di famiglia»
Animali nei condomini, vietato vietarli
Da martedì si volta pagina: nessun regolamento potrà più impedire la presenza di cani e gatti negli appartamenti
Nessun regolamento condominiale potrà più vietare la presenza di animali, né all’interno dei singoli appartamenti e neppure negli spazi comuni. I proprietari di cani o gatti dovranno solo preoccuparsi che i loro amici a quattro zampe non sporchino e non danneggino le proprietà condominiali o altrui e che, ovviamente, non disturbino in alcun modo gli altri condomini. Da martedì, in ogni caso, si volta pagina: il 18 giugno entra definitivamente in vigore la legge 220/212 che integra il codice civile stabilendo, appunto, all’articolo 1138, che «le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali da compagnia».
DIATRIBE E LITIGI - Si tratta di una svolta epocale, destinata a mettere fine, così almeno spera il legislatore, alle numerose diatribe che da sempre sorgono in materia. E che quando non si fermano alle dispute da assemblea o a contenziosi di cui viene investito l’amministratore di condominio (il 92% dei soci dell’associazione nazionale di categoria dichiara di avere affrontato almeno una volta questioni connesse con gli animali) finiscono con l’appesantire ulteriormente la giustizia civile. La norma prende atto del cambiamento di costumi della società italiana dove, secondo le ultime rilevazioni Eurispes, più della metà delle famiglie (il 55,3%) ha in casa uno o più animali domestici. Un dato in forte crescita, se si pensa che solo nel 2012 la quota non superava il 42%. L’animale più diffuso è il cane, presente nel 55,6% dei casi, seguito dal gatto (49,7%), dai pesci (9,7%), dai volatili (9%), dalle tartarughe (7,9%) e a seguire da conigli, criceti o rettili. In diversi casi nella stessa abitazione sono presenti più animali.
GLI OBBLIGHI CHE RESTANO - Facile immaginare che per pesci e criceti o altri animali a vario titolo ingabbiati non sorgano particolari problemi. Le cose cambiano quando si ha a che fare con un cane o con un gatto. Il problema, tuttavia, è fondamentalmente di educazione dell’animale (e, certamente, anche del padrone). La rimozione di ogni divieto al possesso non cancella infatti gli obblighi di chi ha deciso di accogliere in casa un amico scodinzolante. Rumori molesti, danneggiamenti, condotte che deturpano o imbrattano sono comunque sanzionabili ai sensi degli articoli 635 e 639 del codice penale. Non viene cancellato dunque l’obbligo di ripulire laddove il cane dovesse eventualmente sporcare o di risarcire eventuali danni provocati dal micio avventuratosi nelle proprietà altrui. Quello che viene meno è il divieto a priori di possedere un animale di compagnia, che cessa di avere effetto anche per i vecchi regolamenti che lo prevedevano. Solo gli affittuari non potranno opporsi ad un eventuale diniego opposto dal proprietario: il contratto di affitto è infatti di natura privata e se il locatore inserisce una specifica clausola di divieto, questa diviene vincolante una volta apposta la firma di accettazione. Un’altra novità riguarda le colonie feline, ovvero gli insediamenti spontanei di gatti nei cortili: questi non potranno essere allontanati forzatamente a meno di interventi di soccorso o di carattere sanitario motivato.
«INCENTIVO ANTI-ABBANDONI» - «La rimozione dei divieti che rendono difficile la convivenza con i quattro zampe – commenta Ilaria Innocenti, responsabile del settore cani e gatti per la Lega antivivisezione (Lav), una delle associazioni che più si è battuta per l’introduzione delle nuove norme nell’ordinamento italiano – è importante anche per la prevenzione del reato di abbandono di animali. Agevolare l’ingresso nelle case di cani e gatti può essere un incentivo ad accogliere in famiglia uno sfortunato trovatello ospite di un canile».
La Bau beach sul litorale romano (Ap)La Bau beach sul litorale romano (Ap)
«ANIMALI ACCOLTI OVUNQUE» - Il fenomeno degli abbandoni, tuttavia, è ancora piuttosto diffuso. Da un lato perché spesso non c’è la giusta consapevolezza dell’impegno che comporta la gestione di un cane o di un gatto. Dall’altro perché in molti vedono le limitazioni all’accesso dei «pet» ancora in vigore in molti luoghi pubblici come un problema insormontabile. In realtà non è così, e molti proprietari di animali che abitualmente vanno in vacanza con i propri amici pelosetti lo sanno bene: basta organizzarsi e scegliere con criterio e si trovano alberghi e spiagge dove gli animali sono ammessi. Tuttavia, secondo la Lav, i tempi sono maturi per un ulteriore passo avanti: ecco perché parte una nuova campagna per riformare la legge 281/91 (quella sulla tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo) prevedendo ad esempio il libero accesso di cani e gatti in tutti i luoghi pubblici e strutture turistiche o detrazioni fiscali su cibo e spese veterinarie per chi adotta un cane un gatto. E perfino l’inserimento del cucciolo nello stato di famiglia. «Oltre ad essere un reato – sottolinea ancora Ilaria Innocenti – l’abbandono porta a un dispendio di soldi pubblici che ricade sull’intera collettività: considerando che per ogni cane ospitato in canile ogni Comune paga circa 1.000 euro l’anno e che nei canili ci sono circa 150 mila animali le proporzioni del fenomeno sono evidenti».
LE NUOVE RICHIESTE - La petizione che chiede l’introduzione delle nuove norme può essere firmata online su lav.it e su erbolario.com, visto che l’azienda di cosmetici da sempre è pet friendly e ha deciso di spendersi in prima persona per l’iniziativa. Tra le richieste che saranno poste al vaglio del Parlamento ci sono anche l’istituzione di un 118 a livello nazionale per il pronto soccorso veterinario, l’obbligo di convenzioni tra canili e Comuni con precisi standard di qualità e tariffa minima per evitare il fenomeno dei canili-lager e il divieto di detenzione di animali per coloro che abbiano riportato condanne per reati contro gli stessi.

venerdì 14 giugno 2013

Canili

Confiscato lo Zoo Safari di Latina

249020_10151543557388224_589417257_n.jpgDieci mesi fa il sequestro, ora arriva la confisca. Stiamo parlando della struttura di Latina "Safari Park", un vero e proprio zoo abusivo secondo le accuse rivolte ai proprietari della struttura, che rischiano multe sino a 90mila euro. Per gli oltre cento animali custoditi, è dunque finito l'incubo e alcuni di loro sono già in viaggio per raggiungere centri specializzati nel recupero per la fauna esotica e selvatica.

«Si tratta della prima acquisizione coattiva da parte dello Stato di una intera struttura zoologica e degli esemplari in essa ospitati. Il Safari Park, attivo da diversi anni, esponeva al pubblico animali domestici, ma anche alcuni esemplari appartenenti a specie protette dalla 970373_10151543557808224_587834090_n.jpgConvenzione di Washington tra cui: un elefante, uno scimpanzé, macachi, canguri, istrici, testuggini di terra e tartarughe d’acqua», precisa il Corpo forestale dello Stato, che ha operato tramite il personale del servizio Cites.

Alcuni animali sono stati sequestrati e trasferiti presso una clinica veterinaria a Roma a causa delle loro pessime condizioni in cui venivano detenuti. Gli altri animali rimasti nella struttura saranno trasferiti nei prossimi giorni anche con la collaborazione delle associazioni ambientaliste del territorio. I
 due proprietari del giardino zoologico sono stati denunciati penalmente per detenzione illegale di animali pericolosi e violazione dei sigilli, oltre che per maltrattamento di animali. 

http://newsanimaliste.myblog.it/notizie-animali/

martedì 11 giugno 2013

VENEZIA, IL PARCO VIETATO AI BAMBINI

VENEZIA, IL PARCO VIETATO AI BAMBINI:
"DISTURBANO I CANI". E SCOPPIA LA POLEMICA


VENEZIA - Uno strano e assurdo divieto a Villa Groggia divide la città e fa scoppiare un mare di polemiche: per i bimbi da 2 a 8 anni l'area verde è vietata. Niente scorrazzate nei prati durante le feste di compleanno organizzate nell'adiacente ludoteca, perché i piccoli disturbano i cani. Già, sembra quasi uno scherzo, invece è la pura realtà. E' stata accolta una rimostranza degli amanti degli animali ed ora il parco è vietato ai bimbi.

TUTTA COLPA DI UN PALLONCINO La questione è nata per un palloncino colorato fatto scoppiare da un bambino durante una feste di compleanno. Il rumore ha fatto spaventare un barboncino. La padrona del cane è andata su tutte le furie e ha protestato con chi di dovere. E così l'ufficio relazioni col pubblico ha optato per la brillante soluzione: i bambini non giocheranno più nel parco, dovranno restare all'interno della ludoteca.

http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/venezia_parco_vietato_bambini_cani/notizie/290648.shtml

mercoledì 5 giugno 2013

Le volpi potranno essere cacciate

Le volpi potranno essere cacciate: via all’uccisione di 100 animali 

La Provincia ha confermato l’abbattimento anche se non in tana con l’utilizzo dei cani. Dibattito animato tra favorevoli e contrari. Per Coldiretti c’’era bisogno di agire senza indugi
 
 
PRATO. Le volpi verranno cacciate. Così si è espresso l'assessore provinciale Antonio Napolitano alla fine del primo punto della consulta della caccia. Sul tavolo c'era la scottante vicenda della determina dirigenziale che prevedeva la caccia alla volpe in tana, poi sospesa dallo stesso assessore. La settimana prossima verrà promulgata una delibera di giunta o una nuova determina, che annullerà la precedente. Quindi sì all'uccisione di circa centro esemplari di volpi nel territorio pratese ma senza l'utilizzo dei cani. Sarà, dunque, un metodo sperimentale. Una consulta dove gli animi erano caldi. Da una parte chi era favorevole a ridurre il numero dei mammiferi in questione, dall'altra chi sosteneva che non è necessario ammazzarli.

“La determina era del tutto legittima – ha tenuto a precisare Napolitano – ma vogliamo trovare un metodo meno traumatico per abbattere i capi”. C'è chi ha contestato il modo di operare della Provincia che, alla prima levata di scudi da parte di alcuni personaggi più o meno noti, ha sospeso la determina, mentre c'è necessità di un intervento efficace, secondo il parere della Coldiretti. Per Francesco Bini di Federcaccia non esiste una volontà di collaborare quando è il momento. “Viene criticato il modo con cui vengono fatti i censimenti - dice -. Chi lo fa potrebbe partecipare attivamente a questa operazione, così capirebbe in che modo viene attuata”. Bini, così come gli altri presenti, ha sottolineato, ancora una volta, come la caccia in tana non sia mai stata praticata a Prato. L'assemblea è stata particolarmente animata e, se è stato criticato il modo cruento della caccia in tana, c'è chi era del parere che tutte le uccisioni sono raccapriccianti a secondo dei punti di vista. Camilla Lattanzi della trasmissione “Restiamo animali” di Controradio è intervenuta sostenendo, come fatto fin dall'inizio di questa vicenda, che non è necessario uccidere le volpi.

“Ci sono metodi alternativi – spiega -. E uno di questi è la cattura delle giovani femmine e la loro successiva sterilizzazione”. La patata bollente è passata in mano all'assessore Napolitano. Che, visto il numero in eccesso di volpi, è per ridurre i capi. Da capire se con cane al seguito del cacciatore o meno. Alla fine la spunta la seconda ipotesi. Con buona pace di tutti. O quasi.

martedì 4 giugno 2013

Il Comune nomina il garante degli animali

Il Comune nomina il garante degli animali
Il Comune di Napoli si impegna a tutelare e garantire anche i diritti degli animali attraverso l'istituzione del Garante degli animali. L'incarico è stato affidato, a seguito di avviso pubblico e selezione, alla giornalista di "Repubblica" Stella Cervasio.

"Napoli - ha detto il sindaco Luigi de Magistris - ancora una volta mostra grande sensibilità e di essere impegnata sul fronte dei diritti. Un tema, quello della tutela dei diritti degli animali, in cui attraverso atti amministrativi possiamo fare molto". Compiti del Garante, come spiegato, saranno ricevere le segnalazioni e i reclami dei cittadini; denunciare e segnalare all'Autorità giudiziaria i reati nei confronti degli animali; dare impulso a indagini da parte della polizia locale, della Asl e di altri enti; implementare progetti e campagne di sensibilizzazione volte a educare i cittadini a un corretto rapporto con gli animali e a contrastare il fenomeno dell'abbandono.

"Per il Garante - ha affermato Cervasio - nessun animale è secondario. Sarà mio compito dare risposta ai cittadini e alle loro segnalazioni perchè in città le emergenze sono tante. La nostra sarà un'azione di pungolo affinchè le leggi, in alcuni casi anche molto severe, siano applicate ". I cittadini potranno inviare segnalazioni all'indirizzo garante.animali@comune.napoli.it.

Alla presentazione, anche il vicesindaco Tommaso Sodano che ha sottolineato come l'istituzione del Garante sia stato un percorso iniziato un anno fa e "frutto della collaborazione tra giunta e Consiglio".

domenica 2 giugno 2013

Choc: nel centro i “profughi” seviziano e mangiano i cani

CATANIA - Cani «seviziati e mangiati» al Cara, il centro di accoglienza extra-lusso per i cosiddetti richiedenti asilo di Mineo, in provincia di Catania. E’ la denuncia choc dell’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali.
«Non ci sono riscontri obiettivi ma da tempo circolano voci, lo dicono in parecchi -precisa Cataldo Paradiso, presidente dell’Enpa catanese-. Le informazioni vengono dal personale che lavora all’interno, sia volontari sia dipendenti».
Nel Cara, in cui sono attualmente ospitati un migliaio di richiedenti asilo, sono stati ritrovati finora «un meticcio sgozzato – riferisce una nota dell’Enpa- un altro preso a calci ed un altro ancora decapitato. E sono circa trenta i cani, cuccioli compresi che vagano all’interno del Cara». «A seguito dell’intervento dell’Enpa che ha rilevato la preoccupante emergenza relativa alla condizione dei cani, si è sollecitato -prosegue la nota- l’intervento del sindaco e della Asp, come previsto dalla normativa vigente, auspicando l’immediatezza con cui si dovrebbero prendere provvedimenti, circa la messa in sicurezza degli animali. Alla segnalazione non si è dato alcun seguito nè tanto meno si è ottenuta alcuna risposta da parte del Sindaco di Mineo. Se, per quanto previsto, non si agirà in tempi stretti l’Enpa si troverà costretto ad adire le vie legali nei confronti del primo cittadino». È stata presentata inoltre – conclude l’Enpa – un’interrogazione parlamentare.
L’Enpa smetta i panni del politically correct e si unisca a chi vuole l’espulsione immediata di questi mostri che manteniamo a 45€ al giorno in un centro lussuoso con piscina e parco giochi
Fonte

venerdì 31 maggio 2013

Storie sugli animali

Ammaniti e Alleva, tutte le loro storie sugli animali

Il grande scrittore e il popolare etologo ci hanno intrattenuto raccontando la loro passione per gli animali. Con qualche sorpresa

di Andrea Curiat

Wired Next Fest, Ammaniti e Alleva, tutte le loro storie sugli animali


 
              
Sono storie intrecciate di cani, serpenti, pipistrelli, pesci. Le raccontano sul palco del Wired Next Fest due narratori d’eccezione: da un lato Enrico Alleva, etologo ed ex-presidente della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli. Dall’altro Niccolò Ammaniti, scrittore di bestseller come Io non ho paura e Come Dio comanda. Cosa hanno in comune? La passione inesauribile per gli animali. Tutti gli animali, anche quelli all’apparenza poco affascinanti.

Ammaniti ricorda così il suo periodo di itticultore (che i lettori dei suoi primi libri, come Branchie, conoscono bene): “Ho immaginato le mie prime storie davanti agli acquari. Erano la mia passione e il mio lavoro: riproducevo pesci e li vendevo ai negozi. Avevo una stanza piena di acquari. Più di diecimila litri d’acqua. I miei genitori, che abitavano subito sotto di me, erano preoccupati, a un certo punto hanno anche chiamato un ingegnere per verificare che non si potesse sfondare il tetto per il peso. Poi sono passato ai polipi, animali intelligentissimi e famelici, sempre pronti a mangiare. E poi alle piante acquatiche. Quando ho iniziato a scrivere ho dovuto smettere, ora mi ritrovo con milioni di acquari in casa. Anzi, se ve ne serve uno…”.

Ma i timori dei genitori di Ammaniti non sono nulla in confronto a quel che ha dovuto affrontare la mamma di Alleva. Questo distinto signore, che è stato collaboratore di Rita Levi Montalcini, ha collezionato (e salvato) ogni genere di bestia. Come ammette lui stesso, in confronto Gerald Durrell ne La mia famiglia e altri animali era un dilettante. “Una volta da giovane ho portato a casa un ratto che aveva preso una botta in testa. Mia mamma lo guardava inorridita. Questo ratto ogni giorno si faceva dei nidi bellissimi con la carta di giornale, e io dicevo a mia madre che era un ghiro. E lei lo guardava con sospetto: ma come, con quella coda? Un’altra volta lei andava in giro con una borsa. Poi l’ha poggiata e ha visto che si muoveva. Dentro c’era un serpente…”. Per non parlare di quella volta che lo stesso Alleva ha salvato una colonia di pipistrelli allorché le loro tane, fra gli alberi di Villa Ada a Roma, erano andate distrutte. “Ho convinto mia mamma a tenere la finestra del bagno di servizio sempre aperta, con i termostati spenti, perché i pipistrelli potessero stabilirvisi e proseguire il letargo senza morire”.

Insomma, storie ordinarie di animali. Ma con un’inaspettata svolta romantica: “L’animale più strano che conosca? Mia moglie. Continuo a studiarla da quando la conosco, e ogni giorno ne sono più innamorato”, conclude Alleva.

sabato 25 maggio 2013

Ue, il nuovo passaporto per gli animali

Ue, il nuovo passaporto per gli animali

Strasburgo approva documenti più chiari per cani, gatti e furetti che viaggiano in Europa.

Arriva il nuovo passaporto per gli animali domestici nell'Unione europea. Un documento più chiaro per cani, gatti e furetti che possono così viaggiare più facilmente nel territorio Ue.

VIAGGI FACILITATI. «Ci sono 64 milioni di gatti e 66 milioni di cani nell'Ue e una famiglia su quattro ha un animale domestico. In futuro, viaggiare all'interno dell'Unione europea con animali richiederà meno seccature amministrative. Si sono allentate le regole e questo dovrebbe avere un impatto diretto sui cittadini», ha detto il popolare tedesco Horst Schnellhardt, relatore della risoluzione sulle norme per il trasporto degli animali da compagnia. Le nuove norme, che entrano in vigore tra 18 mesi, impongono l'obbligo di accertamento della validità della vaccinazione anti-rabbica, permettendo di viaggiare anche ai cuccioli tra le 12 e le 16 settimane che, pur vaccinati, non sono ancora immuni alla malattia.

LIMITI AL TRASPORTO. Il passaporto, rilasciato dai veterinari abilitati, deve riportare i dettagli della vaccinazione e altre informazioni sullo stato di salute dell'animale. Al massimo possono essere trasportati cinque animali, con eccezioni in occasione di concorsi, mostre, eventi sportivi o ricreativi, come il caso delle mute di cani necessarie per trainare una slitta.

lunedì 20 maggio 2013

STOP ALLO SFRUTTAMENTO DI ANIMALI

CUNEO, ATTIVISTI AL CIRCO BELLUCCI: STOP ALLO SFRUTTAMENTO DI ANIMALI

Lunedì, 20 Maggio 2013

Le associazioni: bestiole continuamente umiliate

CUNEO, ATTIVISTI AL CIRCO BELLUCCI: STOP ALLO SFRUTTAMENTO DI ANIMALI
 
A Cuneo, giovedì scorso, è arrivato il Circo Bellucci/Mario Orfei e rimarrà nella città piemontese fino ad oggi. Viene pubblicizzata la presenza di animali. Le associazioni animaliste, attraverso AgireOra, sono indignate e invitano a scrivere al sindaco della città per esprimere il dissenso sul permesso accordato. Gli attivisti chiedono, in pratica, di inviare un'e-mail di protesta al primo cittadino di Cuneo ( federico.borgna@comune.cuneo.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. ) per esprimere la propria civile contrarietà a proposito dell'attendamento di uno dei tanti circhi che, invece di mostrare l'abilità artistica degli esseri umani, continua a sfruttare gli animali, costringendoli a mettere in atto comportamenti contrari alla propria natura, tenendoli prigionieri a vita e umiliandoli giorno dopo giorno.

lunedì 6 maggio 2013

Cannabis curativa per i pet



Usa, dibattito su cannabis curativa per i pet

L'uso terapeutico della marijuana nei cuccioli è ancora un nodo da sciogliere
Gatti sballati, cani fusi, cavalli "fattoni". Oltreoceano si sta aprendo una discussione sulla somministrazione di droghe agli animali domestici. Ma solo per scopi medici. Il veterinario californiano Doug Kramer crede fermamente nell'utilizzo terapeutico della marijuana nei cuccioli ammalati. Negli Stati Uniti, alcuni Stati autorizzano per legge l'uso terapeutico della marijuana, mentre in Italia è vietato.

Test sul suo animale - Come riportato dal sito "Mother Jones", Kramer ha detto: "Penso che ci siano molti benefici terapeutici". Il medico qualche anno fa ha scoperto che le sue tisane casalinghe a base di cannabis aiutavano il suo cane, l'husky Nikita, a combattere il dolore e a riacquisire l'appetito quand'era sfinito dal cancro.

Un tabù - Al di là della diffusione delle leggi sull'uso terapeutico della droga nella nazione a stelle e strisce, la marijuana rimane ancora un tabù nell'ambito della veterinaria. Le riviste mediche specializzate destinate ai dottori dei cuccioli non pubblicano alcuno studio a riguardo e Kramer è uno dei pochi veterinari che ne discute. Sottolinea che una grande mole di studi medici sugli effetti della cannabis è stata effettuata su ratti e animali come sostituti degli umani, suggerendo che "i mammiferi hanno gli stessi recettori dei cannabinoidi degli uomini e ne beneficiano negli stessi modi".

Attraverso il suo sito VetGuru.com e i sondaggi distribuiti, il medico ha collezionato 500 casi, la maggior parte dei quali con un riscontro positivo, in base a quanto dichiara. La maggior parte delle persone ha usato la cannabis per curare cani e gatti da dolore, convulsioni e infiammazioni derivate dall'artrite. Circa il 20% delle chiamate che arrivano allo studio del dottor Kramer sono di altri veterinari che vogliono sapere di più sull'argomento. La cannabis ha forse una cattiva reputazione tra i veterinari per la possibilità di overdose. Kramer, argomenta: "Le persone dovrebbero trasmettere ai propri cuccioli qualsiasi cosa trovano efficace per se stesse".

martedì 23 aprile 2013

OCCHIALI SOLE PER CANI



GB: ARRIVANO OCCHIALI SOLE PER CANI

Modello con lenti blu specchiate è il più richiesto

(ANSA) - LONDRA - Sono l'ultimo accessorio per i fedeli compagni a quattro zampe:gli occhiali da sole per cani saranno in vendita in Gran Bretagna a partire dal nuovo anno.I venditori offrono design e lenti differenti per soddisfare i gusti dei padroni piu’sofisticati. Oltre a trasformare il cane in un invidiabile esempio di stile, gli occhiali, secondo i produttori,proteggono gli animali dalla luce solare,dal riflesso della neve e dal vento che solleva polvere pericolosa per i loro occhi. Verranno prodotti in diverse taglie.

lunedì 22 aprile 2013

Avvelenato cane

Avvelenato cane Rocky, risali' Italia

E' in coma. Il proprietario lancia appello, aiutatemi a salvarlo



(ANSA) - CARRARA (MASSA CARRARA), 22 APR - E' stato avvelenato ed e' in coma Rocky, il cane pastore che due anni fa commosse tutta Italia per aver percorso da Salerno oltre 600 chilometri per tornare dal suo padrone a Carrara. Qualcuno lo aveva ''rapito'' e lo aveva portato in Campania. In moto con casco prese anche una multa che venne pagata con una gara di solidarieta' tra cittadini. Il padrone Ibrahim Fwal ora e' disperato ma non ha i soldi per curare Rocky e quindi lancia un appello: ''Aiutatemi a salvarlo''.

lunedì 8 aprile 2013

Romania: al via l'Anagrafe Canina

Romania: finalmente l'anagrafe canina
                                                                                                                                                         
Il problema del randagismo canino romeno deriva probabilmente dalla gestione dei proprietari degli animali, che lasciano liberi i loro cani di girovagare nelle strade, dandogli quindi la possibilità di accoppiarsi. E ai nuovi nati si aggiungono anche i cani abbandonati: nelle campagne del Paese, spesso i contadini usano i cani come guardiani dei propri terreni, per poi abbandonarli lungo le strade in autunno, quando le terre non sono più produttive.

Romania: finalmente l'anagrafe canina
 
Gli studi internazionali sul randagismo affermano che se non si verificassero tali abbandoni e se si sterilizzassero gli animali di proprietà, la popolazione canina randagia diminuirebbe drasticamente.
«Per questo motivo in partnership con il comune di Cernavoda e con quello di Medgidia, abbiamo stilato due regolamenti che impongono ai padroni di accogliere un impiegato municipale che registra il cane, un vigile e un collaboratore di Save the Dogs, che impianta il microchip e sterilizza l’animale gratuitamente nelle cliniche delle due cittadine, prima di restituirlo alla famiglia. Siccome nessuna legge in Romania obbliga i cittadini a questo atteggiamento responsabile, abbiamo previsto il pagamento di una tassa per chi rifiuta questo servizio gratuito. La tassa è di 80 euro, una cifra altissima nel Paese balcanico visto che lo stipendio mensile di un operaio è di circa 200 euro e quello di un medico 600. In questo modo, solo i pochi allevatori hanno interesse a pagare mentre i comuni cittadini acconsentono a tutta la procedura che non comporta alcun costo a loro carico» spiega Sara Turetta, presidente dell’Associazione.
Grazie al grande impegno di Save the Dogs, nasce quindi in Romania l’anagrafe canina, con microchip e sterilizzazioni gratuite. Un passo avanti nella diffusione di una cultura volta al rispetto e al benessere degli animali.

Save the dogs si batte da molti anni per arginare il fenomeno del randagismo canino in Romania, Paese in cui le strade sono invase da cani abbandonati.

martedì 26 marzo 2013

Combattimento tra cani

Cro - Torre del Greco: combattimento tra cani, due denunce
 
Roma, 26 mar (Prima Pagina News) Denunciate due persone ritenute responsabili dell’organizzazione di combattimenti clandestini tra cani a Torre del Greco, in provincia di Napoli. Gli incontri si svolgevano ogni week-end intorno alle ore 15.00. Venivano utilizzati anche cani randagi che venivano aggrediti dai cani combattenti istigati dai proprietari. I fatti sono stati denunciati da alcuni cittadini. “Anche se il fenomeno non riveste più i caratteri di allarme sociale, molti segnali indicano una graduale ripresa. I combattimenti tra cani restano una realtà criminale pericolosa che deve essere contrastata senza abbassare la guardia. La pericolosità che hanno questi criminali, si evince anche dalla sistematicità con cui si svolgevano i combattimenti: stessi giorni, posti, orari e alla presenza di passanti, dimostrando sfrontatezza, arroganza e prepotenza: tipici atteggiamenti criminali”, dichiara il dott. Ciro Troiano, responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV. “Fino a pochi anni fa i combattimenti tra cani rappresentavano la prima emergenza zoomafiosa del Paese – prosegue Troiano – in anni recenti abbiamo registrato un positivo ridimensionamento del fenomeno che ha ridotto i caratteri dell’emergenza, ma non ha perso la pericolosità, che resta preoccupante. Se da un lato sono diminuite le manifestazioni più plateali, dall’altro assistiamo al raffinamento delle condotte a delinquere connesse al fenomeno che sicuramente è meno vistoso del passato, ma non è affatto esaurito." Nell’inchiesta di Torre del Greco al momento sarebbero indagate due persone, ma gli animali coinvolti, incredibilmente, non sono stati sequestrati. “E’ assurdo non sequestrare i cani utilizzati nelle lotte e ciò rappresenta una palese incoerenza procedurale - continua Troiano - Gli animali vanno sequestrati per impedire che il reato possa essere portato a conseguenze ulteriori e che siano sottoposti ancora a maltrattamenti, sottraendoli alle mani dei loro aguzzini, per questo chiederemo alla Procura il sequestro preventivo dei cani utilizzati. Ma vi è ancora un altro aspetto: in caso di condanna vi è la confisca obbligatoria degli animali coinvolti e deve essere scongiurato, attraverso il sequestro, il pericolo che i cani vengano sottratti alla confisca".

sabato 23 marzo 2013

Il Gatto più vecchio

IL RECORD DI ANZIANITà APPARTIENE A CREME PYFF: MORTO NEL 2005 A 38 ANNI

Ecco Wadsworth, il gatto più vecchio del mondo

Il felino vive a Bedfordshire, in Inghilterra, e ha 27 anni

IL RECORD DI ANZIANITà APPARTIENE A CREME PYFF: MORTO NEL 2005 A 38 ANNI
Ecco Wadsworth, il gatto più vecchio del mondo
Il felino vive a Bedfordshire, in Inghilterra, e ha 27 anni
Una foto di Wadsworth sul divanoUna foto di Wadsworth sul divano
Il suo nome è Wadsworth, anche se tutti lo chiamano Waddy. È nato il 6 marzo del 1986, ha appena compiuto 27 anni e potrebbe essere il più vecchio gatto vivente al mondo. L'età felina di Wadsworth, un micione bianco e nero che vive a Bedfordshire in Inghilterra, equivale infatti a 125 anni di quella umana. Considerato che in media i gatti vivono circa 15 anni, Waddy è insomma riuscito quasi a raddoppiare la sua aspettativa di vita.
UNA VITA DA MATUSALEMME- La lunga vita del micio-Matusalemme non era iniziata sotto i migliori auspici: è stato adottato da Ann Munday nel 1986, quando aveva appena 4 settimane di vita ed era stato abbandonato dai suoi precedenti proprietari perché «troppo piccolo». «Era il più piccino della sua cucciolata - ha raccontato Ann alla Bbc - Quando l'ho preso facevamo avanti e indietro dal veterinario perché era malaticcio e spesso soffriva di infezioni». Dopo le iniziali difficoltà Waddy però non ha avuto più problemi di salute ed è diventato un compagno fedele per Ann. «Ho sempre avuto dei gatti - racconta - Ma lui è un sogno assoluto. E per me è stato importante averlo in casa dopo la morte di mio marito 13 anni fa». Compiuti 27 anni, ora Wadsworth si gode la meritata vecchiaia, conducendo una vita decisamente «basic». «È come un uomo molto anziano - spiega Ann - si alza, esce, rientra, mangia e poi torna a dormire».

I RECORD- Nonostante non sia molto comune per un gatto arrivare alla sua età, non è facile dire se Waddy sia realmente il più vecchio gatto vivente al mondo. Tuttavia le probabilità sono alte. Il sito del Guinness dei primati assegna, al momento, il record a Pinky: un micio di 23 anni - quindi un po' più giovane di Waddy - nato il 31 ottobre dell'89 in Kansas. Mentre il record assoluto di longevità se lo è aggiudicato la gatta Creme Puff: ha vissuto in Texas per 38, fino alla sua morte avvenuta nel 2005.