Animali nei condomini, vietato vietarli
Da martedì si volta pagina: nessun regolamento potrà più impedire la presenza di cani e gatti negli appartamenti
La Lav chiede ulteriori passi avanti: «Inseriamo i pet negli stati di famiglia»
Animali nei condomini, vietato vietarli
Da martedì si volta pagina: nessun regolamento potrà più impedire la presenza di cani e gatti negli appartamenti
Nessun regolamento condominiale potrà più vietare la presenza di animali, né all’interno dei singoli appartamenti e neppure negli spazi comuni. I proprietari di cani o gatti dovranno solo preoccuparsi che i loro amici a quattro zampe non sporchino e non danneggino le proprietà condominiali o altrui e che, ovviamente, non disturbino in alcun modo gli altri condomini. Da martedì, in ogni caso, si volta pagina: il 18 giugno entra definitivamente in vigore la legge 220/212 che integra il codice civile stabilendo, appunto, all’articolo 1138, che «le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali da compagnia».
GLI OBBLIGHI CHE RESTANO - Facile immaginare che per pesci e criceti o altri animali a vario titolo ingabbiati non sorgano particolari problemi. Le cose cambiano quando si ha a che fare con un cane o con un gatto. Il problema, tuttavia, è fondamentalmente di educazione dell’animale (e, certamente, anche del padrone). La rimozione di ogni divieto al possesso non cancella infatti gli obblighi di chi ha deciso di accogliere in casa un amico scodinzolante. Rumori molesti, danneggiamenti, condotte che deturpano o imbrattano sono comunque sanzionabili ai sensi degli articoli 635 e 639 del codice penale. Non viene cancellato dunque l’obbligo di ripulire laddove il cane dovesse eventualmente sporcare o di risarcire eventuali danni provocati dal micio avventuratosi nelle proprietà altrui. Quello che viene meno è il divieto a priori di possedere un animale di compagnia, che cessa di avere effetto anche per i vecchi regolamenti che lo prevedevano. Solo gli affittuari non potranno opporsi ad un eventuale diniego opposto dal proprietario: il contratto di affitto è infatti di natura privata e se il locatore inserisce una specifica clausola di divieto, questa diviene vincolante una volta apposta la firma di accettazione. Un’altra novità riguarda le colonie feline, ovvero gli insediamenti spontanei di gatti nei cortili: questi non potranno essere allontanati forzatamente a meno di interventi di soccorso o di carattere sanitario motivato.
«INCENTIVO ANTI-ABBANDONI» - «La rimozione dei divieti che rendono difficile la convivenza con i quattro zampe – commenta Ilaria Innocenti, responsabile del settore cani e gatti per la Lega antivivisezione (Lav), una delle associazioni che più si è battuta per l’introduzione delle nuove norme nell’ordinamento italiano – è importante anche per la prevenzione del reato di abbandono di animali. Agevolare l’ingresso nelle case di cani e gatti può essere un incentivo ad accogliere in famiglia uno sfortunato trovatello ospite di un canile».
LE NUOVE RICHIESTE - La petizione che chiede l’introduzione delle nuove norme può essere firmata online su lav.it e su erbolario.com, visto che l’azienda di cosmetici da sempre è pet friendly e ha deciso di spendersi in prima persona per l’iniziativa. Tra le richieste che saranno poste al vaglio del Parlamento ci sono anche l’istituzione di un 118 a livello nazionale per il pronto soccorso veterinario, l’obbligo di convenzioni tra canili e Comuni con precisi standard di qualità e tariffa minima per evitare il fenomeno dei canili-lager e il divieto di detenzione di animali per coloro che abbiano riportato condanne per reati contro gli stessi.