venerdì 28 giugno 2013

Animali: primo cavallo risale a quattro milioni di anni fa

(AGI) - Londra, 28 giu. - La razza equina cosi' come la conosciamo oggi ebbe origine quattro milioni di anni fa. La scoperta arriva un campione di piu' di mezzo milione di anni fa trovato congelato nel permafrost dell'Artico canadese che ha, inoltre, fornito la piu' antica e completa sequenza del genoma di qualsiasi specie. La ricerca, pubblicata su Nature, spinge indietro le origini note della stirpe equina di circa due milioni di anni e produce una varieta' di spunti evolutivi. La sequenza e' stata rilevata dall'analisi di un osso del piede di un cavallo che ha vissuto tra 780 mila e 560 mila anni fa. Con il sequenziamento del genoma dell'animale, insieme a quelli di un cavallo di 43 mila anni fa, di cinque moderne razze di cavalli domestici, di cavallo di Przewalski e di un asino, i ricercatori sono stati in grado di tracciare la storia evolutiva della famiglia equina con dettagli senza precedenti.

cavallo-lusitano

    Si stima che l'antico antenato del moderno genere Equus, che comprende cavalli, asini e zebre, ebbe origine da altre stirpi animali circa quattro milioni di anni fa - il doppio del tempo ipotizzato in precedenza dagli scienziati. Lo studio e' stato condotto da Ludovic Orlando dell'Universita' di Copenaghen. Il team e' stato in grado di sequenziare il vecchio genoma grazie alle temperature di congelamento del terreno nella zona in cui e' stato trovato l'osso che avrebbero rallentato il tasso di decadimento del DNA. (AGI) .

http://www.agi.it/

mercoledì 26 giugno 2013

Romania, randagi massacrati per il turismo

A Mangalia, sul Mar Nero, il sindaco ordina la cattura dei randagi. Save the Dogs denuncia: «Li fanno sparire» Romania, randagi massacrati per il turismo
Cristian Radu, sindaco di Mangalia
Centinaia di cani randagi catturati e soppressi in nome del turismo. È quanto sta capitando a Mangalia, sul litorale rumeno appena a sud di Costanza, secondo la denuncia dell'associazione «Save the dogs». Il sindaco di Mangalia, Cristian Radu, ha disposto la cattura degli animali, sarebbero oltre 400, e gli animalisti spiegano che non si conosce il loro destino. Radu, in una recente intervista, aveva annunciato che sarebbero stati collocati in «canili appositamente attrezzati», ma di questi non esiste traccia.

martedì 25 giugno 2013

Legambiente denuncia abusi edilizio

Abusi edilizi, denunciati da Legambiente, in un'area del Comune di Porto Azzurro sulla quale la Provincia di Livorno ha autorizzato l'apertura di un Centro Recupero Animali Selvatici (Cras). Secondo i cittadini che si erano rivolti all'associazione ambientalista e gli stessi ambientalisti, "al posto di una casetta in legno autorizzata da Provincia di Livorno e dal comune di Porto Azzurro, per le finalità del Cras, in breve tempo nell'area sono sorte baracche e piattaforme in cemento e disboscamenti che hanno interessato circa 3.000 metri quadrati di zona a macchia, con lavori di allaccio di acqua e luce delle strutture che avrebbero interessato terreni privati confinanti".



Dopo le segnalazioni degli ambientalisti e le verifiche del Comune di Porto Azzurro, riferisce ancora Legambiente, "l'Ufficio tecnico del Comune" il 4 giugno ha emesso un'ordinanza per "demolizione e rimessa in pristino dei luoghi quo ante a carico dei due comproprietari del terreno".

"Il 5 giugno - scrive Legambiente - il Comune di Porto Azzurro ha scritto ad Enel e Procura della Repubblica di Livorno una comunicazione 'in merito alla diffida rimozione linea elettrica non autorizzata', nella quale si dice che agli atti del Comune risulta solo l'autorizzazione all'installazione di una recinzione e che 'a seguito di realizzazione di lavori abusivi, eseguiti in assenza di titolo autorizzativo l'Ufficio tecnico del Comune di Porto Azzurro il 4 giugno ha emesso un'ordinanza per demolizione e rimessa in pristinò". Legambiente Arcipelago Toscano, "torna quindi a chiedere a tutti gli enti che hanno autorizzato la realizzazione del Centro recupero animali selvatici di Porto Azzurro di prendere in maniera chiara e decisa le distanze da questa incredibile vicenda di abusi con la scusa di soccorrere gli animali e di ritirare tutte le autorizzazioni, realizzando un Cras gestito da persone che non si siano rese colpevoli di abusi edilizi".

http://www.gonews.it/articolo_207565_Legambiente-denuncia-abusi-edilizio-per-il-Centro-Recupero-Animali-Selvatici.html

sabato 22 giugno 2013

Biagio, avvelenato con l'antigelo

Mara Varoli
Biagio è stato avvelenato.  Qualcuno gli ha messo nella ciotola dell'acqua un barattolo di  antigelo. Ed è morto, in poche  ore, dopo aver sofferto tanto. Aveva otto anni ed era cresciuto nella campagna di Busseto con quattro bambini, in una  bella casa recintata. D'altronde,  Biagio era un labrador e come  tutti i labrador un cane che amava giocare, nonostante l'età. La sua triste storia  la racconta Marilina, la mamma di  quei quattro bambini, che ora  non si rassegnano all'idea di non  avere più in cortile il loro fidato e  divertente compagno di giochi.
«Da otto anni, Biagio viveva  nella nostra famiglia e amava  tanto il mare - racconta Marilina  -: veniva in campeggio con noi,  divideva i biscotti con i miei gemelli e le ragazze passavano pomeriggi interi in passeggiata.  Non posso dimenticare quando  giocava, anche con mio marito:  tutti volevano bene a Biagio. E  poi, l'arrivo dei gattini: sembra  strano, ma lui impazziva di gioia  quando gli si avvicinavano, tant'è che li curava e li leccava sempre. In otto anni, i ricordi sono  tanti e ora rimane la rabbia verso  una persona così cattiva, per il  dolore che ci ha causato».
 
Era venerdì, intorno alle 14.  Marilina era appena rientrata  dal lavoro: «Ho visto che il mio  cane non stava bene e cominciava ad accusare malori - continua -. Subito dopo, non riusciva  più a camminare: barcollava. Ma  è stato quando ha cominciato a  vomitare che ho pensato che poteva essere  stato avvelenato».  Chi lo ha fatto è entrato in una  proprietà privata, scavalcando il  cancello: ha raggiunto il labrador e gli ha versato il «veleno»  nella ciotola dell'acqua.  «Così -  prosegue Marilina - lo abbiamo  subito portato alla clinica veterinaria Jenner di Parma, ma purtroppo per Biagio non c'è stato  nulla da fare.  Dopo tanti tentativi per salvargli la vita e dopo  aver eseguito gli esami del sangue, i veterinari hanno scoperto   che era stato avvelenato con l'antigelo. Lo stesso che poi abbiamo  trovato nella sua ciotola dell'acqua».
 
Un veleno fatale, che non la scia speranze.  «Dopo 24 ore di  sofferenza - conclude Marilina -  abbiamo deciso a malincuore di  staccargli la spina e di acconsentire all'eutanasia». Per  Biagio è stata fatta regolare denuncia ai carabinieri contro quei  soliti ignoti che uccidono gli animali con le polpette  avvelenate, questa volta con l'antigelo. «Il suo ricordo resterà nel  nostro cuore - conclude Marilina  -, perché faceva parte della famiglia. Ti vorremmo sempre bene, caro Biagio». 

venerdì 21 giugno 2013

L'UE AVVERTE MALTA

L'UE AVVERTE: MALTA OSSERVATA SPECIALE PER LA CACCIA IN DEROGA

L'affondo del commissario all'Ambiente Potocnilk

L'UE AVVERTE: MALTA OSSERVATA SPECIALE PER LA CACCIA IN DEROGA
"La Commissione europea sta verificando se la caccia in deroga concessa a Malta rispetta la direttiva Ue sugli uccelli e per questo passerà in rassegna anche le relazioni delle associazioni ambientaliste. Ho già chiesto a Bird Life International e al Committee Against Bird Slaughter CABS di mandare a Bruxelles tutto il materiale raccolto che mostra senza il minimo dubbio come nell'isola ci sia un vero e proprio Far-West venatorio". Lo fa sapere Andrea Zanoni, eurodeputato e vice presidente dell'intergruppo per il Benessere e la conservazione degli animali al Parlamento europeo, dopo la risposta del commissario Ue all'Ambiente Janez Potocnik alla sua interrogazione parlamentare sulle deroghe alla caccia concesse dal governo maltese. "In caso di mancato rispetto delle condizioni suddette, la Commissione potrebbe vedersi costretta a proseguire l'azione finalizzata all'esecuzione della normativa Ue", si legge nella replica. "La sentenza della Corte C-76/08 (Commissione contro Malta) ha statuito che tra il 2004 e il 2007 Malta ha consentito la caccia primaverile in modo sproporzionato. Tuttavia la Corte ha lasciato aperta la possibilita' di una deroga limitata per la caccia primaverile alla tortora e alla quaglia in condizioni rigidamente controllate, in considerazione delle particolari circostanze prevalenti a Malta", ricorda il commissario Ue.
 

mercoledì 19 giugno 2013

Rondini e pipistrelli:
le zanzare sono sistemate

Batbox e nidi per il progetto ecologico Lipu nella sede della GdF


Roma, lotta agli insetti nel Centro logistico delle Fiamme gialle
Batbox sugli alberi nel Centro della GdF
Batbox sugli alberi nel Centro della GdF


Roma, 19 giugno 2013 - Di giorno provvedono gli uccelli, di notte i pipistrelli. Due armi “biologiche” tra le più efficaci e rispettose dell’ambiente e della salute umana nella lotta per sconfiggere le fastidiose zanzare.

A mettere in pratica il metodo, il più ecologico al mondo, è il Centro logistico della Guardia di Finanza di Roma, che ha realizzato, con la LIPU, un progetto sulla lotta biologica agli insetti. Nel Centro della Gdf - che si trova in un’ansa del Tevere a Roma all’interno del Grande raccordo anulare – sono stati installati dalla LIPU 40 rifugi (20 “bat-box” per pipistrello e 20 nidi artificiali per uccelli) con lo scopo di incentivare una presenza stabile, nel periodo riproduttivo, di rondini e balestrucci (noti divoratori di insetti) e quelle specie di pipistrelli più “specializzati” a vivere in ambienti urbanizzati, come il pipistrello albolimbato, il pipistrello di savi e il pipistrello nano (il più piccolo dei tre).
Batbox e nidi artificiali che riproducono in modo fedele quegli spazi presenti in natura (o negli edifici) dove queste specie si insediano facilmente per costruirvi il nido. I pipistrelli possono diventare alleati molto validi per la lotta alle zanzare. In una sola notte questi animali mangiano talmente tanti insetti da aumentare il proprio peso di una percentuale compresa tra il 25 e il 50 per cento.
Secondo alcuni calcoli i pipistrelli possono ingerire tra i 500 e i 5mila insetti a notte; di zanzare (o insetti di dimensioni simili) ne possono ingerire tra i 1.000 e i 2mila. Rondini e balestrucci, predatori diurni, possono invece inghiottire, in un solo giorno, una quantità di insetti pari a circa 170 grammi.
Accanto a bat box e nidi artificiali sono stati inoltre installati “rifugi” per attrarre altre specie golose di insetti: cinciarelle e cinciallegre, ma anche il pigliamosche e la ballerina bianca. I metodi chimici comunemente utilizzati per la lotta alle zanzare non solo non sono efficaci, ma risultano nocivi per la natura e per la salute dell’uomo: agendo solo sugli adulti (e non sulle uova e le larve) con cui vengono a contatto, rendono i superstiti di volta in volta più resistenti; eliminano i predatori naturali della zanzara perché le disinfestazioni, non essendo selettive, colpiscono tutti gli insetti, compresi quelli utili di cui si alimentano gli animali, come uccelli e pipistrelli; alterano l’ecosistema e inoltre inquinano le falde acquifere.
L’unica alternativa, dunque, è costituita dai rimedi naturali, che dovrebbero essere applicati a tutti gli stadi di sviluppo delle zanzare (uova, larve, adulti). Il progetto prevede, nel prossimo mese di settembre, un incontro sul tema pipistrelli per le famiglie, a cura del Centro recupero fauna selvatica LIPU a Roma.
Lo scopo sarà aiutare le persone a superare gli ingiustificati timori verso questi animali, che, al contrario, si rivelano anche molto utili per la nostra salute e persino affascinanti. Durante l’incontro si potranno vedere da vicino alcuni esemplari e assistere, in via eccezionale, al rilascio di alcuni giovani orfani ricoverati al Centro recupero LIPU, che in quel periodo saranno completamente svezzati e pronti per la liberazione.

Per contatti con la nostra redazione: animali@quotidiano.net

martedì 18 giugno 2013

Animali nei condomini

La Lav chiede ulteriori passi avanti: «Inseriamo i pet negli stati di famiglia»

Animali nei condomini, vietato vietarli

Da martedì si volta pagina: nessun regolamento potrà più impedire la presenza di cani e gatti negli appartamenti

La Lav chiede ulteriori passi avanti: «Inseriamo i pet negli stati di famiglia»
Animali nei condomini, vietato vietarli
Da martedì si volta pagina: nessun regolamento potrà più impedire la presenza di cani e gatti negli appartamenti
Nessun regolamento condominiale potrà più vietare la presenza di animali, né all’interno dei singoli appartamenti e neppure negli spazi comuni. I proprietari di cani o gatti dovranno solo preoccuparsi che i loro amici a quattro zampe non sporchino e non danneggino le proprietà condominiali o altrui e che, ovviamente, non disturbino in alcun modo gli altri condomini. Da martedì, in ogni caso, si volta pagina: il 18 giugno entra definitivamente in vigore la legge 220/212 che integra il codice civile stabilendo, appunto, all’articolo 1138, che «le norme del regolamento condominiale non possono vietare di possedere o detenere animali da compagnia».
DIATRIBE E LITIGI - Si tratta di una svolta epocale, destinata a mettere fine, così almeno spera il legislatore, alle numerose diatribe che da sempre sorgono in materia. E che quando non si fermano alle dispute da assemblea o a contenziosi di cui viene investito l’amministratore di condominio (il 92% dei soci dell’associazione nazionale di categoria dichiara di avere affrontato almeno una volta questioni connesse con gli animali) finiscono con l’appesantire ulteriormente la giustizia civile. La norma prende atto del cambiamento di costumi della società italiana dove, secondo le ultime rilevazioni Eurispes, più della metà delle famiglie (il 55,3%) ha in casa uno o più animali domestici. Un dato in forte crescita, se si pensa che solo nel 2012 la quota non superava il 42%. L’animale più diffuso è il cane, presente nel 55,6% dei casi, seguito dal gatto (49,7%), dai pesci (9,7%), dai volatili (9%), dalle tartarughe (7,9%) e a seguire da conigli, criceti o rettili. In diversi casi nella stessa abitazione sono presenti più animali.
GLI OBBLIGHI CHE RESTANO - Facile immaginare che per pesci e criceti o altri animali a vario titolo ingabbiati non sorgano particolari problemi. Le cose cambiano quando si ha a che fare con un cane o con un gatto. Il problema, tuttavia, è fondamentalmente di educazione dell’animale (e, certamente, anche del padrone). La rimozione di ogni divieto al possesso non cancella infatti gli obblighi di chi ha deciso di accogliere in casa un amico scodinzolante. Rumori molesti, danneggiamenti, condotte che deturpano o imbrattano sono comunque sanzionabili ai sensi degli articoli 635 e 639 del codice penale. Non viene cancellato dunque l’obbligo di ripulire laddove il cane dovesse eventualmente sporcare o di risarcire eventuali danni provocati dal micio avventuratosi nelle proprietà altrui. Quello che viene meno è il divieto a priori di possedere un animale di compagnia, che cessa di avere effetto anche per i vecchi regolamenti che lo prevedevano. Solo gli affittuari non potranno opporsi ad un eventuale diniego opposto dal proprietario: il contratto di affitto è infatti di natura privata e se il locatore inserisce una specifica clausola di divieto, questa diviene vincolante una volta apposta la firma di accettazione. Un’altra novità riguarda le colonie feline, ovvero gli insediamenti spontanei di gatti nei cortili: questi non potranno essere allontanati forzatamente a meno di interventi di soccorso o di carattere sanitario motivato.
«INCENTIVO ANTI-ABBANDONI» - «La rimozione dei divieti che rendono difficile la convivenza con i quattro zampe – commenta Ilaria Innocenti, responsabile del settore cani e gatti per la Lega antivivisezione (Lav), una delle associazioni che più si è battuta per l’introduzione delle nuove norme nell’ordinamento italiano – è importante anche per la prevenzione del reato di abbandono di animali. Agevolare l’ingresso nelle case di cani e gatti può essere un incentivo ad accogliere in famiglia uno sfortunato trovatello ospite di un canile».
La Bau beach sul litorale romano (Ap)La Bau beach sul litorale romano (Ap)
«ANIMALI ACCOLTI OVUNQUE» - Il fenomeno degli abbandoni, tuttavia, è ancora piuttosto diffuso. Da un lato perché spesso non c’è la giusta consapevolezza dell’impegno che comporta la gestione di un cane o di un gatto. Dall’altro perché in molti vedono le limitazioni all’accesso dei «pet» ancora in vigore in molti luoghi pubblici come un problema insormontabile. In realtà non è così, e molti proprietari di animali che abitualmente vanno in vacanza con i propri amici pelosetti lo sanno bene: basta organizzarsi e scegliere con criterio e si trovano alberghi e spiagge dove gli animali sono ammessi. Tuttavia, secondo la Lav, i tempi sono maturi per un ulteriore passo avanti: ecco perché parte una nuova campagna per riformare la legge 281/91 (quella sulla tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo) prevedendo ad esempio il libero accesso di cani e gatti in tutti i luoghi pubblici e strutture turistiche o detrazioni fiscali su cibo e spese veterinarie per chi adotta un cane un gatto. E perfino l’inserimento del cucciolo nello stato di famiglia. «Oltre ad essere un reato – sottolinea ancora Ilaria Innocenti – l’abbandono porta a un dispendio di soldi pubblici che ricade sull’intera collettività: considerando che per ogni cane ospitato in canile ogni Comune paga circa 1.000 euro l’anno e che nei canili ci sono circa 150 mila animali le proporzioni del fenomeno sono evidenti».
LE NUOVE RICHIESTE - La petizione che chiede l’introduzione delle nuove norme può essere firmata online su lav.it e su erbolario.com, visto che l’azienda di cosmetici da sempre è pet friendly e ha deciso di spendersi in prima persona per l’iniziativa. Tra le richieste che saranno poste al vaglio del Parlamento ci sono anche l’istituzione di un 118 a livello nazionale per il pronto soccorso veterinario, l’obbligo di convenzioni tra canili e Comuni con precisi standard di qualità e tariffa minima per evitare il fenomeno dei canili-lager e il divieto di detenzione di animali per coloro che abbiano riportato condanne per reati contro gli stessi.

venerdì 14 giugno 2013

Canili

Confiscato lo Zoo Safari di Latina

249020_10151543557388224_589417257_n.jpgDieci mesi fa il sequestro, ora arriva la confisca. Stiamo parlando della struttura di Latina "Safari Park", un vero e proprio zoo abusivo secondo le accuse rivolte ai proprietari della struttura, che rischiano multe sino a 90mila euro. Per gli oltre cento animali custoditi, è dunque finito l'incubo e alcuni di loro sono già in viaggio per raggiungere centri specializzati nel recupero per la fauna esotica e selvatica.

«Si tratta della prima acquisizione coattiva da parte dello Stato di una intera struttura zoologica e degli esemplari in essa ospitati. Il Safari Park, attivo da diversi anni, esponeva al pubblico animali domestici, ma anche alcuni esemplari appartenenti a specie protette dalla 970373_10151543557808224_587834090_n.jpgConvenzione di Washington tra cui: un elefante, uno scimpanzé, macachi, canguri, istrici, testuggini di terra e tartarughe d’acqua», precisa il Corpo forestale dello Stato, che ha operato tramite il personale del servizio Cites.

Alcuni animali sono stati sequestrati e trasferiti presso una clinica veterinaria a Roma a causa delle loro pessime condizioni in cui venivano detenuti. Gli altri animali rimasti nella struttura saranno trasferiti nei prossimi giorni anche con la collaborazione delle associazioni ambientaliste del territorio. I
 due proprietari del giardino zoologico sono stati denunciati penalmente per detenzione illegale di animali pericolosi e violazione dei sigilli, oltre che per maltrattamento di animali. 

http://newsanimaliste.myblog.it/notizie-animali/

martedì 11 giugno 2013

VENEZIA, IL PARCO VIETATO AI BAMBINI

VENEZIA, IL PARCO VIETATO AI BAMBINI:
"DISTURBANO I CANI". E SCOPPIA LA POLEMICA


VENEZIA - Uno strano e assurdo divieto a Villa Groggia divide la città e fa scoppiare un mare di polemiche: per i bimbi da 2 a 8 anni l'area verde è vietata. Niente scorrazzate nei prati durante le feste di compleanno organizzate nell'adiacente ludoteca, perché i piccoli disturbano i cani. Già, sembra quasi uno scherzo, invece è la pura realtà. E' stata accolta una rimostranza degli amanti degli animali ed ora il parco è vietato ai bimbi.

TUTTA COLPA DI UN PALLONCINO La questione è nata per un palloncino colorato fatto scoppiare da un bambino durante una feste di compleanno. Il rumore ha fatto spaventare un barboncino. La padrona del cane è andata su tutte le furie e ha protestato con chi di dovere. E così l'ufficio relazioni col pubblico ha optato per la brillante soluzione: i bambini non giocheranno più nel parco, dovranno restare all'interno della ludoteca.

http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/venezia_parco_vietato_bambini_cani/notizie/290648.shtml

mercoledì 5 giugno 2013

Le volpi potranno essere cacciate

Le volpi potranno essere cacciate: via all’uccisione di 100 animali 

La Provincia ha confermato l’abbattimento anche se non in tana con l’utilizzo dei cani. Dibattito animato tra favorevoli e contrari. Per Coldiretti c’’era bisogno di agire senza indugi
 
 
PRATO. Le volpi verranno cacciate. Così si è espresso l'assessore provinciale Antonio Napolitano alla fine del primo punto della consulta della caccia. Sul tavolo c'era la scottante vicenda della determina dirigenziale che prevedeva la caccia alla volpe in tana, poi sospesa dallo stesso assessore. La settimana prossima verrà promulgata una delibera di giunta o una nuova determina, che annullerà la precedente. Quindi sì all'uccisione di circa centro esemplari di volpi nel territorio pratese ma senza l'utilizzo dei cani. Sarà, dunque, un metodo sperimentale. Una consulta dove gli animi erano caldi. Da una parte chi era favorevole a ridurre il numero dei mammiferi in questione, dall'altra chi sosteneva che non è necessario ammazzarli.

“La determina era del tutto legittima – ha tenuto a precisare Napolitano – ma vogliamo trovare un metodo meno traumatico per abbattere i capi”. C'è chi ha contestato il modo di operare della Provincia che, alla prima levata di scudi da parte di alcuni personaggi più o meno noti, ha sospeso la determina, mentre c'è necessità di un intervento efficace, secondo il parere della Coldiretti. Per Francesco Bini di Federcaccia non esiste una volontà di collaborare quando è il momento. “Viene criticato il modo con cui vengono fatti i censimenti - dice -. Chi lo fa potrebbe partecipare attivamente a questa operazione, così capirebbe in che modo viene attuata”. Bini, così come gli altri presenti, ha sottolineato, ancora una volta, come la caccia in tana non sia mai stata praticata a Prato. L'assemblea è stata particolarmente animata e, se è stato criticato il modo cruento della caccia in tana, c'è chi era del parere che tutte le uccisioni sono raccapriccianti a secondo dei punti di vista. Camilla Lattanzi della trasmissione “Restiamo animali” di Controradio è intervenuta sostenendo, come fatto fin dall'inizio di questa vicenda, che non è necessario uccidere le volpi.

“Ci sono metodi alternativi – spiega -. E uno di questi è la cattura delle giovani femmine e la loro successiva sterilizzazione”. La patata bollente è passata in mano all'assessore Napolitano. Che, visto il numero in eccesso di volpi, è per ridurre i capi. Da capire se con cane al seguito del cacciatore o meno. Alla fine la spunta la seconda ipotesi. Con buona pace di tutti. O quasi.

martedì 4 giugno 2013

Il Comune nomina il garante degli animali

Il Comune nomina il garante degli animali
Il Comune di Napoli si impegna a tutelare e garantire anche i diritti degli animali attraverso l'istituzione del Garante degli animali. L'incarico è stato affidato, a seguito di avviso pubblico e selezione, alla giornalista di "Repubblica" Stella Cervasio.

"Napoli - ha detto il sindaco Luigi de Magistris - ancora una volta mostra grande sensibilità e di essere impegnata sul fronte dei diritti. Un tema, quello della tutela dei diritti degli animali, in cui attraverso atti amministrativi possiamo fare molto". Compiti del Garante, come spiegato, saranno ricevere le segnalazioni e i reclami dei cittadini; denunciare e segnalare all'Autorità giudiziaria i reati nei confronti degli animali; dare impulso a indagini da parte della polizia locale, della Asl e di altri enti; implementare progetti e campagne di sensibilizzazione volte a educare i cittadini a un corretto rapporto con gli animali e a contrastare il fenomeno dell'abbandono.

"Per il Garante - ha affermato Cervasio - nessun animale è secondario. Sarà mio compito dare risposta ai cittadini e alle loro segnalazioni perchè in città le emergenze sono tante. La nostra sarà un'azione di pungolo affinchè le leggi, in alcuni casi anche molto severe, siano applicate ". I cittadini potranno inviare segnalazioni all'indirizzo garante.animali@comune.napoli.it.

Alla presentazione, anche il vicesindaco Tommaso Sodano che ha sottolineato come l'istituzione del Garante sia stato un percorso iniziato un anno fa e "frutto della collaborazione tra giunta e Consiglio".

domenica 2 giugno 2013

Choc: nel centro i “profughi” seviziano e mangiano i cani

CATANIA - Cani «seviziati e mangiati» al Cara, il centro di accoglienza extra-lusso per i cosiddetti richiedenti asilo di Mineo, in provincia di Catania. E’ la denuncia choc dell’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali.
«Non ci sono riscontri obiettivi ma da tempo circolano voci, lo dicono in parecchi -precisa Cataldo Paradiso, presidente dell’Enpa catanese-. Le informazioni vengono dal personale che lavora all’interno, sia volontari sia dipendenti».
Nel Cara, in cui sono attualmente ospitati un migliaio di richiedenti asilo, sono stati ritrovati finora «un meticcio sgozzato – riferisce una nota dell’Enpa- un altro preso a calci ed un altro ancora decapitato. E sono circa trenta i cani, cuccioli compresi che vagano all’interno del Cara». «A seguito dell’intervento dell’Enpa che ha rilevato la preoccupante emergenza relativa alla condizione dei cani, si è sollecitato -prosegue la nota- l’intervento del sindaco e della Asp, come previsto dalla normativa vigente, auspicando l’immediatezza con cui si dovrebbero prendere provvedimenti, circa la messa in sicurezza degli animali. Alla segnalazione non si è dato alcun seguito nè tanto meno si è ottenuta alcuna risposta da parte del Sindaco di Mineo. Se, per quanto previsto, non si agirà in tempi stretti l’Enpa si troverà costretto ad adire le vie legali nei confronti del primo cittadino». È stata presentata inoltre – conclude l’Enpa – un’interrogazione parlamentare.
L’Enpa smetta i panni del politically correct e si unisca a chi vuole l’espulsione immediata di questi mostri che manteniamo a 45€ al giorno in un centro lussuoso con piscina e parco giochi
Fonte