mercoledì 12 novembre 2014

Quando i gatti cominciarono a fare "miao"

Quando i gatti cominciarono a fare "miao"

Una ricerca statunitense ha analizzato il processo di domesticazione dei gatti, cominciato "appena" novemila anni fa

In equilibrio al tramonto
 
di Stefano LamorgeseGatti ed esseri umani convivono da quasi 9000 anni, ma si sa ancora poco sul processo che portò alla loro domesticazione. Ora uno studio sul genoma felino (Comparative analysis of the domestic cat genome reveals genetic signatures underlying feline biology and domestication), realizzato presso la Washington University School of Medicine di Saint Louis, getta una nuova luce sul tema.

A guardar bene "i gatti non sono del tutto addomesticati", spiega Wes Warren, professore si genetica della Washington University. "Il 'salto' dai gatti selvaggi a quelli attuali è piuttosto recente, per questo è stato utile trovare tracce del processo di domesticazione nel loro DNA".

La ricerca
Uno dei modi per comprendere il processo di domesticazione è l'osservazione di quelle parti del DNA che sono cambiate a causa dei rapporti con l'uomo. Per poter fare un raffronto, si sono presi in esame DNA di gatti domestici e selvatici.

I comportamenti emersi come quelli più modificati dalla convivenza con l'uomo sono corrispondenti a specifici settori del DNA. Hanno a che fare con la memoria, la paura e il rapporto azione/beneficio, una delle chiavi di qualsiasi processo di domesticazione (non solo animale...).

Noi umani abbiamo cominciato ad apprezzare i gatti quando fu evidente la loro attitudine nella cattura dei roditori (i topi) che mettevano a rischio i raccolti. Si ipotizza quindi che i nostri progenitori abbiano cominciato a nutrire i felini perché "frequentassero" le aree destinate allo stoccaggio degli alimenti. Per raggiungere tale obiettivo si innescò il meccanismo della "ricompensa".

I gatti selvatici risposero con discreta disponibilità, così progressivamente abbandonarono la vita solitaria e le strategie di caccia per godere degli incentivi alimentari assicurati loro dall'interesse umano. Col tempo, la nostra specie cominciò anche ad apprezzare la docilità dei felini, selezionando progressivamente le specie meno aggressive.

Il progetto di ricerca
Il progetto di studio sul genoma dei gatti è finanziato dal National Human Genome Research Institute statunitense. Ha l'obiettivo di studiare le malattie ereditarie dei gatti domestici anche perché, in alcuni casi, esse sono simili alle patologie umane.

Cinnamon
Il soggetto preso in esame dai ricercatori della Washington University è una gatta, Cinnamon, di razza abissina. È stata scelta perché è stato possibile risalire per diversi gradi ai suoi antenati e anche perché, poverina, è affetta da una particolare malattia degenerativa degli occhi che i ricercatori hanno voluto studiare da vicino.