domenica 2 novembre 2014

Cani e gatti, il cibo può fare male

Cani e gatti, il cibo può fare male

Piatti sempre più sofisticati e dedicati: «Bisogna differenziare per taglia, attenzione agli ossi»
 
Cani e gatti, il cibo può fare male
           
IVREA. Patè di agnello, pollo con julienne di verdurine, manzo cotto al vapore e, per i palati più raffinati, piatti a base di salmone o arricchiti con estratti di semi d’uva e cozza verde. Un menù da gourmet per solleticare i palati sempre più esigenti di Fido e Micio. Sono ormai lontani i tempi in cui i nostri amici a quattro zampe si accontentavano degli avanzi del desco o di una ciotola di latte. Addio anche agli ossi che, secondo recenti studi veterinari, potrebbero causare, se ingoiati, blocchi intestinali e conseguenze anche gravi sulla salute degli animali: «Un’inversione di tendenza – spiega l’eporediese Vittorio Chiriaco, consulente nutrizionista per animali da compagnia, che opera nel settore da ventisei anni - iniziata una quindicina di anni fa.
 
 A differenza di quanto si possa immaginare – ha aggiunto – non si tratta di una moda, bensì dell’esigenza di soddisfare le specifiche necessità nutrizionali degli animali, per mantenerli in salute e favorirne la longevità».
 
«Rispetto al passato – ha puntualizzato un veterinario che opera sul territorio da oltre vent’anni – è aumentato il numero di cani di razza che, rispetto ai meticci, sono più delicati. Inoltre bisogna tener conto che i fabbisogni cambiano anche in base alla taglia e all’età dell’animale. Il cucciolo ha bisogno di più proteine di un esemplare adulto, ma in quantità comunque inferiore rispetto al gatto. Ecco perché dare lo stesso cibo sia ai cani sia ai gatti è un errore da evitare». Ma come districarsi tra le decine di marche e prodotti in vendita? «Il segreto – ha spiegato Chiriaco – è leggere attentamente l’etichetta che elenca tutti gli ingredienti e le percentuali presenti. Maggiore è la percentuale di umidità, minori la qualità del prodotto e l’apporto nutrizionale. Per il cibo umido, inoltre, è meglio prediligere quello composto principalmente di carne fresca».
 
Discorso a parte meritano le crocchette: sugli scaffali di negozi e supermercati ce ne sono per tutti i gusti, forme e colori, con tanto di taglia proprio come per i nostri abiti. Dalla large fino all’extra small, per cagnolini che non superano i quattro chili di peso: «All’apparenza può sembrare un’esagerazione - ha precisato il veterinario – ma, in realtà, ci sono motivi ben precisi. Forma e consistenza delle crocchette dipendono dalla soggettività e dallo specifico morso delle singole razze». Il veterinario fa un esempio concreto per spiegarsi: «Per i cani che si avventano sul cibo, per esempio, sono state create forme che costringono l’animale a masticare prima di inghiottire. Infine – ha concluso il professionista – ci sono le diete mirate a tenere sotto controllo problemi renali, gastroenterici, epatici e dermatiti. Queste ultime, in continuo aumento, possono derivare dall’intolleranza a qualche singolo componente presente nel cibo ed è per questo che prescriviamo alimenti che contengano solo alimenti selezionati o monoproteici».