domenica 29 giugno 2014

Gorgona da isola-penitenziario a ‘laboratorio’ in difesa degli animali

foto di archivio
 
“Restituire persone migliori”, è scritto su un cartello che accoglie i visitatori di Gorgona, ultima isola-penitenziario italiana, la più piccola dell’Arcipelago toscano, tra le più verdi: pini, lecci, macchia mediterranea e pure una varietà autoctona di olivo, ‘Bianca di Gorgona’.
 
Un carcere dove si sta sopratutto fuori dalle celle – a uno o due posti, poche a tre -, lavorando in vigna o nell’orto, curando gli animali, producendo formaggi e miele, oltre a chi è addetto a manutenzione e cucina. Terra, piante e animali sono considerati i primi educatori per i detenuti – circa 70 attualmente – che, ricorda un’assistente capo della polizia penitenziaria (50 agenti sull’isola), arrivano su richiesta dopo aver scontato più della metà della pena. Hanno la possibilità, oltre a vivere in un contesto di ‘libertà’, di imparare un mestiere.
 
Se le statistiche parlano di una recidiva stimata intorno all’80% tra i detenuti che non lavorano, a Gorgona “si attesta sul 20%”, spiega Carlo Mazzerbo, tornato a dirigerla: ci ha passato 15 anni, dal 1989 al 2004, ci era già tornato, l’hanno nuovamente richiamato. Tante le iniziative sviluppate dagli anni ’90 – come l’impianto di una vigna che ora, con l’accordo firmato dal precedente direttore Giampiccolo, vede coinvolta l’azienda Frescobaldi e produce il bianco ‘Gorgona’ – che hanno fatto della colonia penale una sorta di ‘laboratorio’. L’isola oggi mostra i segni del tempo, i fondi hanno subito una fortissima riduzione ma si cerca di rilanciare progetti, con la collaborazione del mondo di fuori. Sempre con lo scopo di formare e fare assumere i reclusi. Dopo il vino potrebbe accadere ad esempio con attività legate all’accoglienza sull’isola, dove si potrebbero “riportare le scolaresche come in passato”, anche se il grande scoglio rimangono i collegamenti con la terraferma. Tre intanto sono stati assunti dalla General appalti che sta sostituendo il vecchio generatore elettrico e ripristinando il fotovoltaico. L’obiettivo, spiega Mazzerbo, è fare di Gorgona “un’isola dei diritti, dello Stato, dei detenuti e anche degli animali”, che, al pari degli uomini, aggiunge Marco Verdone, dal 1990 veterinario a Gorgona dove ha introdotto l’omeopatia, “devono avere una vita e una fine degna”. Per questo si punta a eliminare la macellazione, ai fini anche del percorso rieducativo. Intanto la ‘grazia’ l’hanno avuta Valentina, mucca di 13 anni, e Bruna, scrofa salva grazie ai bimbi di una scuola.
 
Scommessa esportabile Gorgona? Mazzerbo osserva che “a parte aprire le celle, come ha imposto l’Europa, si vuole dare un contenuto alle giornate detentive”. Ovvero “cambiare la prospettiva” di chi è dentro: non più subire il carcere, ma diventare parte attiva di un progetto, responsabilizzando i detenuti. Tra loro a Gorgona c’è Yang, cinese di Wenzou, che con l’aiuto dell’agronomo di Gorgona Francesco Presti, cura l’orto certificato biologico: spiega che da piccolo accompagnava il padre nelle risaie, ma è la prima volta che “lavora la terra, mi piace”. “Il giorno vola, altra cosa stare tra quattro mura, è sempre un carcere ma è ‘un’oasi’”, aggiunge Santo, italiano, ancora 6 anni da scontare, addetto alla vigna di cui non ha mai assaggiato il vino: gli alcolici sono vietati. Samir, Jorge e Yassine, nati in Bangladesh, Spagna e Marocco, stanno al caseificio e hanno imparato a fare i formaggi. Riccardo e Roberto curano gli animali, Benedetto lavora in cantina, si occupa delle api, realizza sculture: in carcere è da 26 anni, ne deve scontare altri 4: “Qui si riassapora la vita”. A Umberto, dentro dal 1996, mancano 18 mesi: lavora in vigna ma non sa cosa farà una volta fuori. Del suo vecchio carcere ricorda le urla e la tv sempre accese. L’isola è “altro” ed è contento quando ci sono visitatori, come in occasione della presentazione della nuova vendemmia del vino ‘Gorgona’: “Il mondo si accorge di noi, aspettiamo queste giornate per far vedere il carcere in modo diverso, che le persone si possono anche riscattare”.
Fonte: ANSA