mercoledì 17 settembre 2014

Morte Daniza

Morte Daniza, proposto Garante per gli animali

L'idea è della  senatrice Pd Manuela Granaiola: sarebbe un'istituzione a livello nazionale, con uffici sparsi sul territorio. Ma quanto costerebbe al contribuente? E come sarebbe finanziata?


Morte Daniza, proposto Garante per gli animali
Daniza aiutaci tu. Persino a creare un Garante per i diritti degli animali. Così, cavalcando l’ondata emotiva per la morte dell’ormai famosa orsa, sulla quale anche la procura di Trento ha aperto un’inchiesta, la senatrice del Pd Manuela Granaiola lancia – o per meglio dire rilancia, visto che presentò il ddl un anno e mezzo fa - una proposta di legge per istituire un Garante nazionale dei diritti degli animali, con uffici su tutto il territorio e un Fondo apposito. “Bisogna avviare una vera e propria rivoluzione culturale”, spiega Granaiola in una nota, “perché non scenda il silenzio sui gravi episodi della scorsa settimana che hanno portato alla morte dell’orsa Daniza e all’orsa avvelenata in Abruzzo”.
 
Così, alla faccia del governo Renzi, della voglia di sforbiciare i vari enti istituzionali e in particolare le Authority (dove spesso si vive nel terrore della cancellazione), Granaiola propone di crearne una nuova. Iniziativa che, pur nella nobiltà dell’intento animalista, stride assai col generale tirare la cinghia. In particolare, la senatrice immagina di creare un “Garante”, scelto tra “persone di nota indipendenza e competenza”, nominato per cinque anni “con decreto del presidente del Consiglio dei ministri”: lavorerebbe gratis, cioè non prenderebbe soldi per l’incarico, né potrebbe cumularlo “con altre cariche di carattere elettivo”.
 
Tuttavia, avrebbe un “Ufficio”, composto da “non più di dieci persone”, “con sede in Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri”, nonché “rappresentanze su tutto il territorio nazionale”. Vale a dire, “sedi dislocate nelle regioni, nelle province e nei comuni, in strutture messe a disposizione dalle pubbliche amministrazioni”.

Significa quindi che – se la legge fosse approvata - regioni, province e comuni che superino i 20 mila abitanti dovranno provvedere ciascuno, “all’istituzione del rispettivo ufficio del garante dei diritti degli animali e alla sua nomina”. Tanti piccoli ufficetti e tanti piccoli garantini locali per sovrintendere al rispetto delle normative per gli animali, in sinergia col “Garante” centrale, e anche con la “Conferenza nazionale dei garanti dei diritti degli animali”. Insomma un sacco di gente.

Chi pagherebbe tutto ciò? Qui i tempi si fanno sentire, perché come spiega Granaiola, per coprire le spese “è previsto un Fondo nazionale per la tutela dei diritti degli animali”. Che sarà costituito dalle “risorse derivanti dal prelievo del 5 per cento sulle vincite non riscosse” di Lotto e Totocalcio, “finanziamenti dell’Ue”, nonché “da donazioni, lasciti ed elargizioni da parte di soggetti pubblici e privati”.

Così, Daniza sarebbe più al sicuro. Ma ne siamo certi? La legge proposta da Granaiola, pur promuovendo la tutela dei diritti degli animali in genere, “si applica a tutti gli animali posseduti o custoditi a scopo di compagnia o a scopo di reddito”. Non pare adattarsi al pur evocato caso di Trento, o a quello abruzzese. A meno che non si voglia lanciare la moda dell’orso da salotto: nel qual caso, certamente sì.